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C'è chi nel nuovo video lanciato sui social da Matteo Richetti vede il personale tentativo di aprirsi la strada ad una nuova possibile sua candidatura alla segreteria nazionale del PD. Succedendo cosi alla parabola renziana avviata negli ultimi 6 mesi di segreteria nazionale ad un veloce, inesorabile e difficilmente recuperabile declino. Sfociato in un crollo elettorale senza precedenti. Scopriremo nelle prossime settimane se quelle che fino ad ora sono solo ipotesi, si tramuteranno in realtà. Fatto sta che guardando il video il motivo di pensarlo c'è, eccome.
Richetti non parla più come portavoce dell'ex segretario (ed ex leader), ma direttamente come candidato leader e, come tale, potenziale segretario. Aclamato dalla folla. Affermando di essere il destinatario di centinaia di messaggi mail e social del popolo del PD che pone domande, che vuole incontrarlo, che identifica in lui forse il problema ma soprattutto la soluzione.
Il popolo del PD (ma non solo), che gli chiede, come si fa ad un oracolo, come si è arrivati alla debacle elettorale e come è possibile uscirne. 'Tante richieste di incontro - afferma Richetti - da non poterle soddisfare tutte'. Troppe. Da qui allora la soluzione, il coniglio dal cilindro. L'originale idea di un appuntamento nazionale da lui lanciato. Il 7 aprile, all'Acquario Romano. Richetti si pone così come riferimento del popolo PD deluso dall'esito elettorale e dallo stesso PD. Hashtag in carne ed ossa, capace di raccogliere, aggregare ed elaborare malcontenti ed aspirazioni, in un unico grande brainstorming nazionale targato (ancora) PD e da lui firmato, che nulla però sembra avere in più, o di nuovo, rispetto ad una Leopolda renziana qualunque. Evento dove nemmeno lo slogan aggregatore è capace di rinnovarsi (Richetti riprende infatti quell'Harambee africano che aveva già accompagnato la sua campagna elettorale ma rimsto fermo al suo sito web).
Nemmeno la camicia bianca (segno che fu distintivo e contestualmente di rottura dai codici comunicativi del PD delle origini), è cambiata.
E nonostante si riproponga, nelle forme della comunicazione, come una fotocopia di Renzi e di quel modo di intendere e di rappresentare il partito bocciato sonoramente dall'ormai ex elettorato PD alle elezioni del 4 marzo (forse proprio perché troppo lontano non solo dai contenuti ma anche dalle forme di partecipazione, di organizzazione e di azione della tradizone PD), Richetti rilancia quello stesso modello del PD renziano bocciato alle elezioni, come possibile soluzione, riferimento e base per una nuova ripartenza. Al grido di Harambee, un incitamento corrispondente all'italiano 'Oh issa' che se in Kenya viene usato come un mantra da ripetere per dare forza alla spinta comune dei passeggeri di bus finiti fuori strada, qui dovrebbe servire agli ellettori PD e rimettere in carreggiata un partito che più che sbandare e uscire di strada, ha perso completamente la rotta. Anche senza interrogarsi su chi quel bus-partito, lo guidava e lo ha fatto finire fuori strada.
Gianni Galeotti