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Nemmeno gli interventi del Piano periferie sono riusciti a compensare il vuoto di anni di progetti di riqualificazione naufragati, il grande vuoto simboleggiato da quel rotore, struttura di cemento al grezzo che da 18 anni definisce lo skyline dell'area dell'ex mercato bestiame. Simbolo di ciò che doveva e poteva essere ma non è. Un'area strategica ha nemmeno due chilometri dal centro città. Residenziale e di servizio. Circa 40.000 metri quadrati di terreno sia pubblico che privato nell'area, ancora degradata come lo è stato negli ultimi 15 anni. La realizzazione del nuovo Data Center, ancora scatola vuota dopo l'inaugurazione in pompa magna del dicembre 2020, poco o nulla ha cambiato al cuore del comparto. Circondato a est da viale del mercato, ad ovest da via Soratore. In via Rubes Triva una ventina di anni fa molti avevano comprato appartamenti nuovi a prezzi elevati con la promessa che quell'area confinante sarebbe rinata.
Tra questi c'è Domenico, che 40 anni fa si è trasferito a Modena dal sud. Una vita di lavoro e di impegno civico come volontario e, in alcuni casi fondatore di associazioni di promozione sociale e territorio. Per il bene della città e del prossimo. Disilluso da fiumi di promesse sul miglioramento della situazione. Dichiaratamente imbarazzato nel dovere denunciare nel quartiere al quale ha dedicato una vita, una situazione di degrado che appare infinito.
I balconi delle case qui affacciano direttamente sull'enorme area negli anni, e ancora oggi, trasformata in discarica a cielo aperto, frequentata solo da balordi, spacciatori, tossicodipendenti e senza fissa dimora. Rifugio e nascondiglio per la droga. Senza distinzione tra aree private e pubbliche, comunali, come l'edificio dell'ex Stallini, che in attesa di diventare nuova sede del centro per l'impiego, è trasformato in centro di spaccio e bivacco.
Esattamente l'opposto di quanto affermato dal Sindaco sulla non presenza di abusivi all'interno. 'Chiediamo che vengano qui e facciano un giro con noi a vedere la situazione', afferma Domenico riferendosi agli amministratori.
Insieme a Domenico incontriamo in via Rubes Triva, storico sindaco comunista di Modena, anche altri residenti: Camillo, Gianpaolo, Sergio. Volti noti nelle rivendicazioni di piazza dei residenti del quartiere. Che non si fermano all'area dell'ex mercato bestiame ma si espandono ad altre aree per decenni rovinate dalle mancate riqualificazioni ed oggi oggetto di preoccupazione anche per le aree oggetto di una prospettata riqualificazione. Dopo 14 anni di abbandono e disinteresse da parte dell'Amministrazione Comunale, il caso dell'ex Pro Latte, acquistata dalla società CPC in espansione a Sant'anna e individuata come possibile area per ospitare la moschea che sarà trasferita dall'area all'angolo tra strada S.Anna e il Cavalcaferrovia Cialdini nell'area confinante con il polo Conad da un lato e con il parco Utoya su via Gerosa, preoccupa.
'Siamo preoccupati, non c'è stato nessun confronto con il quartiere, non sappiamo se si tratterà di un centro islamico o di una moschea vera e propria, quanto spazio occuperà. Il comune ha parlato di trasformazione in area se mi residenziale. In quel 'semi' ci può stare tutto. Sappiamo solo che andrà ad impattare pesantemente anche in termini di traffico su un'area che dovrà subire anche il peso delle centinaia di camion in più che transiteranno dalla rotatoria su via Finzi sulla base del nuovo progetto' - spiegano in sequenza Camillo, Gianpaolo e Sergio. 'Purtroppo anche quando ci sono gli interventi sono sempre e solo motivati da interessi privati che sovrastano totalmente l'interesse pubblico e soprattutto dimostrano che non c'è mai stato e ancora non c'è un progetto, una prospettiva, una visione di futuro per il nostro quartiere' - sottolineano. 'Un futuro che dovrebbe mettere al centro l'ambiente, l'uomo, la comunità. Cosa che così non è'
GI.Ga
Redazione Pressa
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