We Are Modena, i giovani modenesi in piedi sui loro banchi
Sono salito sulla cattedra?per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quass?...
16 novembre 2017 alle 00:58
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Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita. Il potente spettacolo continua e ciascuno può contribuire con un verso. Scomodiamo volutamente uno dei discorsi più famosi dell'Attimo fuggente per descrivere il progetto We Are Modena, presentato ufficialmente ieri dalla Pressa insieme all'amministrazione comunale. Nei racconti raccolti da Andrea De Carlo e descritti attraverso le interviste agli autori che stiamo pubblicando in questi giorni emergono le speranze, le preoccupazioni, la voglia di ideali sgombri da compromessi, radicali, ma anche il disagio vissuto dai giovani modenesi. Giovani, ognuno con la sua storia e ognuno col suo baratro, un baratro che - per quanto il mondo delle istituzioni si sforzi (ed è uno sforzo che comunque va fatto) - si trova sempre un passo prima rispetto al tentativo di porvi sopra un ponte. Perchè quando il mondo degli adulti parla del pericolo dello 'sballo' usa parole e concetti vecchi di vent'anni, quando immagina i rischi che si celano dietro al web intravede fantasmi che nulla hanno a che fare con la realtà.
Ogni etichetta è sempre in ritardo, così come le conseguenti soluzioni. E allora la soluzione, il salto per lasciarsi il baratro alle spalle, per guardare il tunnel e dire a se stessi 'sono fuori e non ci credo ancora', va trovato inevitabilmente in modo personale. E un modo può essere il raccontarsi. Nel dire chi si è, nel nominare l'innominabile. Per questo questi racconti sono importanti e averli raccolti in un libro è stato un atto nobile da parte di De Carlo. Un modo per offrire a ciascun ragazzo una scrivania sulla quale alzarsi in piedi, fregandosene di pestare i fogli ordinatamente disposti sul piano in legno laccato. Molti uomini hanno vita di quieta disperazione: non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Osate cambiare, cercate nuove strade... Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, sociale ed ec...
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