Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Il combinato disposto tra politiche restrittive sedicenti anti-covid e ed assistenziali per i senza lavoro, sembra avere creato un circolo vizioso sull'economia dei pubblici esercizi nel campo della ristorazione. Il mercato, anche del lavoro, ha subito un impatto forte e negativo che si inserisce per le aziende in una fase di crisi dovuta all'aumento dei costi di gestione, legato soprattutto ai ricari nelle materia prime. Molto personale già presente ha cambiato lavoro o settore o, all'interno dello stesso settore, si è trasferito all'estero. Ma non solo. A creare una vera e propria emorragia di personale nel settore ci sono anche le politiche assistenziali attivate ugualmente nei confronti dei giovani disoccupati o in cerca di lavoro che in molti casi hanno più convenienza a non lavorare che trovare una occupazione, soprattutto nel momento in cui i salari e le condizioni sono davvero minime.
E' in questo contesto di crisi che si muove l'analisi e la proposta di Fiepet Confesercenti Modena, per voce della sua referente Catia Fornari.
'Sono tantissime le posizioni ancora vacanti, lo si nota visionando le bacheche on-line delle società di ricerca di personale o vedendo gli annunci affissi sulle porte di tanti bar o ristoranti.
Le motivazioni sono diverse, a partire dalla riapertura delle frontiere che ha permesso di emigrare per lavorare nei paesi extraeuropei, anche Gran Bretagna nonostante i problemi connessi alla Brexit, dalla accentuazione di una tendenza che vede molti studenti delle scuole alberghiere del nostro territorio spostarsi verso località a più alta vocazione turistica, ma soprattutto dall'esodo verso altri settori, manifatturiero e agricoltura in primis, avvenuto nei periodo di chiusura per Covid. Non è trascurabile nemmeno l'impatto che hanno le varie misure che prevedono sostegno al reddito di disoccupati o inoccupati' - afferma l'Associazione.
'E' una situazione sempre più complicata per molti ristoratori e baristi - afferma Catia Fornari, Presidente Fiepet Confesercenti Modena - che stanno cercando di portare avanti la loro attività a volte compiendo scelte sofferte. E' il risultato delle politiche portate avanti in periodo Covid che hanno considerato il settore dei pubblici esercizi come un segmento che si poteva 'sacrificare' nella lotta alla pandemia e con tutte le chiusure, ha reso il lavoro nelle imprese ancor più precario'.
Da qui la richiesta di Fiepet Confesercenti Modena di interventi per invertire questa tendenza che rischia di compromettere fortemente l'operatività di tante imprese.
'In primis - continua Fornari - servono investimenti sulla formazione: occorre affiancare corsi professionalizzanti alle tradizionali scuole alberghiere, poi è necessario prevedere sgravi contributivi e fiscali per i nuovi assunti nelle imprese settore pubblici esercizi in modo da rendere economicamente più interessante un lavoro di grande sacrificio che prevede weekend lavorativi, lavoro notturno ecc.' conclude Catia Fornari.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>