Esplode la vertenza sulla Castelfrigo, la discussa ditta del distretto modenese della lavorazione delle carni. La stessa societa' dice di aver denunciato in Procura il blitz di oggi dei lavoratori delle coop in appalto, che hanno fatto visita questa mattina, accompagnati dalla Cgil, all'azienda agricola Effeci della famiglia Ciriesi, la stessa che ha fondato la Castelfrigo.
La visita e' stata a dir poco caotica, al punto che sono arrivati i Carabinieri. 'Temiamo per l'incolumita' fisica nostra e dei nostri cari', avvisa la Castelfrigo. In un clima di tensione alle stelle e sciopero da oltre un mese, con i posti dei 100 lavoratori dipendenti a rischio cosi' come quelli dei 127 colleghi delle coop spurie Work Service e Ilia Da, riconducibili al consorzio Job Service, e' la stessa Castelfrigo srl ad offrire la sua versione in una nota.
Mentre via Facebook la Flai-Cgil posta foto del presidio illustrando 'vari ettari di maneggio, laghetti ed altre amenita'',
Ecco dunque la ricostruzione dell'azienda: 'Oggi oltre trenta persone, accompagnate e dirette da dirigenti sindacali CGIL-FLAI, hanno invaso la proprietà privata di una Azienda Agricola di cui è titolare un nostro familiare, estraneo totalmente alla compagine sociale Castelfrigo SrL e senza alcun ruolo in azienda. Le persone in questione, asseritamente dipendenti delle Cooperative aderenti al Consorzio Jobservice, pur invitate più volte ad uscire dalla proprietà privata, hanno rifiutato ed hanno offeso pesantemente i presenti. In seguito un nostro familiare è stato fisicamente aggredito da un Sindacalista CGIL-FLAI, che cercava di impedirgli di riprendere con il telefonino quanto stava accadendo. Solo l’intervento tempestivo dei Carabinieri ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente.
L’Autorità Giudiziaria si occuperà dell’accaduto, ma questo ultimo episodio si aggiunge ad altre precedenti aggressioni verbali ed intimidazioni, ed agli insulti ed alle minacce ricevute in occasione delle manifestazioni sindacali dei mesi scorsi. Qualche giorno addietro un nostro importante cliente è stato aggredito davanti alla propria azienda, evidentemente per la sola colpa di acquistare i nostri prodotti. In precedenza si era verificato un gravissimo ed incredibile episodio di violenza privata nei confronti di un’altra nostra famigliare (che aveva partorito da due mesi e che aveva il piccolo a bordo), alla quale alcuni manifestanti hanno bloccato l’auto ed impedito l’accesso alla nostra azienda se non previa “esibizione” del proprio documento di identità. Abbiamo ritenuto in precedenza di non denunciare questi episodi per non inasprire gli animi, a riprova della volontà di un confronto civile e responsabile. Queste ulteriori prevaricazioni ed aggressioni personali sono dovute ad un inaccettabile clima di violenza che è stato creato ad arte, con il ricorso anche a palesi mistificazioni della realtà. I dipendenti diretti di Castelfrigo hanno già chiaramente parlato, ristabilendo la realtà dei fatti e dando ragione della verità e della nostra azienda. Riteniamo che la vertenza sindacale dovrebbe svolgersi in un clima di serenità, di confronto e soprattutto di legalità. L’aperta aggressione non più solo alla nostra azienda, ma alle persone fisiche dei figli e dei parenti dei soci dell’azienda, è una inaccettabile strumentalizzazione e degenerazione della vertenza sindacale in atto, ed è dimostrazione di una escalation incontrollabile ed incontrollata e che ci fa temere per l’incolumità fisica delle nostre persone e dei nostri cari. Tutto ciò è inaccettabile. Castelfrigo, forte dell’appoggio dei propri dipendenti e dei propri partners commerciali, continuerà la propria attività in modo sereno, laborioso e costruttivo. Riteniamo necessario segnalare alle Autorità i nostri timori chiedendo che si prevengano future aggressioni ai nostri beni aziendali e, soprattutto, ai nostri cari ed alle nostre persone.
In ogni caso, il sindacato non molla, annuncia iniziative per tutto il mese di dicembre, dopo il tour che ha gia' toccato l'Emilia-Romagna e Montecitorio, e insiste sul fronte legalita': 'Nel dossier presentato alle istituzioni abbiamo dimostrato che le nostre denunce certificate risalgono al 2005- spiega Marco Bottura della Flai-Cgil- e che il sistema delle false cooperative e delle societa'-scatola in questi anni si e' esteso e radicato, proprio nel nostro territorio modenese'. In tutto questo, 'le vittime sono prima di tutto i lavoratori, a partire da quelli delle false cooperative: il caso Castelfrigo dimostra che a questi lavoratori e' di fatto impedito di lavorare regolarmente in societa' che versano tasse e contributi, perche' devono accettare i cambi di false cooperative, pena il licenziamento'. Ma non solo: 'Per loro- conclude Bottura- e' di fatto negato anche un ammortizzatore sociale conservativo. L'unica via d'uscita e' che Castelfrigo, come ogni azienda committente, si prenda carico dei problemi generati dall'appaltatore che ha scelto', ovvero la stessa famiglia Melone tramite il consorzio Job Service.