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“E’ una battaglia che portiamo avanti da tanto tempo, a favore di concorrenza e condizioni paritarie di accesso al credito, ma contro l’incessante ostruzionismo della maggioranza. Vediamo ora a chi darà ragione il Tar”.
Stefano Bargi, consigliere regionale della Lega Nord, interviene sul caso confidi (gli intermediari che prestano garanzie per l’accesso al credito), illuminato dalle cronache dopo il ricorso presentato da tre società contro un bando regionale (da sei milioni di contributi in tre anni) definito in sostanza ‘su misura’ per gli operatori maggiori.
“Più volte - sottolinea l’esponente del Carroccio - siamo intervenuti proponendo modifiche alla norma regionale, con l’obiettivo di non escludere i confidi cosiddetti ‘minori’ dai fondi pubblici. L’ultima volta durante l’iter di approvazione del bilancio 2017: anche in quel caso, dai banchi della maggioranza solo la porta in faccia”.
Nonostante una distribuzione più ampia asseconderebbe la stessa ‘mission’ dei confidi: agevolare il finanziamento di una quota sempre maggiore di imprese emiliano-romagnole. “Apprendo dalla stampa del ricorso da parte di tre confidi minori, oltre che contro i beneficiari dei contributi, contro la Regione stessa. Sia chiaro - punta il dito Bargi - che nel caso di un pronunciamento favorevole verso i ricorrenti da parte del Tar, la responsabilità dovrà ricadere su chi ha forzato la mano in aula. Nel nome di una riduttiva visione politica e partitica, hanno scritto un bando che ignora i più elementari concetti di concorrenza economica. Alla faccia delle condizioni di equità tanto sbandierate dal Pd”.
Redazione Pressa
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