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'Io Ministro? Non credo perché non mi chiameranno, ma se dovessero chiamarmi direi di no se la prospettiva fosse quella di continuare ad aumentare il debito pubblico'. Risponde così, Carlo Cottarelli, alla nostra domanda su un possibile suo incarico di governo nel nuovo esecutivo che potrebbe nascere dall'alleanza M5S-Lega. Il debito pubblico, che dal 2014 è tornato a crescere, ha raggiunto livelli che non consentono spazi e per l'economista Carlo Cottarelli, oggi ospite del Forum Monzani per la presentazione del suo libro 'I sette peccati dell'economia italiana' è un vero e proprio chiodo fisso. 'Come fare ad invertire la tendenza? La formula non è così difficile, anche perché siamo in una fase di ripresa che va agganciata. Il prodotto interno lordo aumenta e allora bisogna agire sulla leva della spesa, riducendo l'evasione fiscale, la spesa superflua legata anche a contributi e sostegni senza controllo.
Con l'obiettivo di migliorare il rapporto e giungere ad un punto fondamentale, il pareggio di bilancio. Siamo ancora in tempo per farlo'
L'economista, già delegato alla revisione della spesa pubblica chiamato come tecnico da Renzi, ma poi allontanato dallo stesso Renzi, risponde poco prima di parlare alla platea di un forum Monzani gremito (un migliaio tra le 800 sedute in platea e le centinaia in piedi nel tondo loggione), nell'appuntamento organizzato da Bper ed Arca per la presentazione dei sette peccati capitali dell'economia. Sintetizzati in altrettanti punti contenuti nel suo libro: Evasione fiscale ('se l'avessimo ridotta solo di un ottavo dal 1980 ad oggi avremmo un rapporto debito pubblico/pil come quello della Germania' - esordisce Cottarelli), corruzzione, burocrazia, lentezza della giustizia, crollo demografico, grande differenza tra reddito pro-capite di nord e sud.
E Cottarelli si ferma qui, ai primi sei, perchè sono quelli che l'economista definisce peccati storici, che hanno sempre fatto parte dell'Italia, che hanno frenato il nostro paese. Il settimo peccato è più recente, anche se ormai compie 20 anni. Ed è legato alla difficoltà, che è più una incapacità, di convivere con l'Euro. Del sistema Italia nel suo complesso e a tutti i livelli. Gli italiani e l'economia italiana dopo l'introduzione dell'euro, 'hanno continuato a fare le stesse cose e i divari, in termini di competitività (e qui Cottarelli illustra il grafico che confronta Italia e Germania nel parametro sul costo del lavoro per unità), dal quale emerge una realtà schiacciante'
Tornando al governo, Cottarelli afferma che il contratto di programma abbozzato da M5S e Lega contiene già molti obiettivi in termini di contrasto all'evasione, riduzione della spesa pubblica, ma - fa intendere - tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. 'Ha il telefono acceso per rispondere ad una eventuale chiamata per un incarico di governo?' - gli chiediamo mentre si dirige verso il palco, per iniziare. 'Si, ma non credo squillerà per quello'
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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