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Ciò che si era salvato dopo l’ultima ondata di gelo del 18-20 marzo scorso, ora è andato perso. Mai come quest’anno, probabilmente, la frutta romagnola sparirà dai banchi del mercato come pure le ciliegie del comprensorio vignolese. E' un primo bilancio previsionale drammatico quello tracciato da Confagricoltura Emilia Romagna: 'Il brusco e prolungato crollo delle temperature - dalla mezzanotte di ieri a stamattina con punte fino a meno 6 gradi in pianura - accompagnato un po’ ovunque da forti precipitazioni, gelate notturne e neve anche nella prima fascia collinare, ha interessato, in maniera estesa, tutta la regione e diverse produzioni agricole e vitivinicole'.
Poco o nulla si raccoglierà sugli alberi di albicocche, susine, pesche, nettarine e ciliegie nell’area che va da Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna fino a Bologna, Ferrara e Modena, in pianura e collina.
Danni anche sulle piante già germogliate di kaki e kiwi, sia giallo che verde, soprattutto negli impianti privi di un sistema antibrina e reti antigrandine, un mix che di fatto può far salire il termometro anche di 1 o 2 gradi. Le piogge e l’umidità hanno accentuato gli effetti delle temperature rigide nelle specie frutticole in piena fioritura, come il melo; danneggiati gli ovari dei fiori di pero.
Nello specifico della provincia di Modena Il crollo delle temperature, andate sotto lo zero nella notte appena trascorsa dopo un periodo di temperature miti che aveva favorito il risveglio della vegetazione, ha messo a dura prova le coltivazioni agricole.
La nottata di gelo – fa sapere Coldiretti Modena – ha lasciato gravi strascichi sui vigneti della zona di Sassuolo, in particolare sulle varietà più precoci come il Grasparossa, con danni sulle gemme fino al 100%.
A Vignola a fare le spese della gelata sono state le ciliegie e le susine con danni variabili dal 30 al 50% mentre per le albicocche si arriva in certi casi a perdite del 100%. Nella bassa modenese e nel carpigiano critica anche la situazione delle pere i cui frutti che si trovano in una fase particolarmente delicata di sviluppo e per le quali si teme soprattutto una nuova notte di gelo che, stante le previsioni, dovrebbe proporsi già nei prossimi giorni. Non sono mancati infine gli effetti disastrosi sulle coltivazioni orticole come nella bassa pianura tra Cavezzo e Camposanto dove il gelo ha “bruciato” otto ettari di pomodoro.
L’abbassamento della colonnina di mercurio per lungo tempo sotto lo zero – precisa Coldiretti – provoca danni gravissimi ma lo sbalzo termico ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra di ortaggi e di fiori, soprattutto se si considera che i prezzi del gasolio sono in continua crescita da novembre.
'Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti' Coldiretti fa sapere di essersi 'prontamente attivata per segnalare alla Regione Emilia Romagna la grave situazione in cui si trovano le aziende e nei prossimi giorni verrà effettuato un monitoraggio sul territorio per quantificare i danni subiti'.
Redazione Pressa
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