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John Elkann compra Repubblica e licenzia Verdelli

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Il giornale si prepara a diventare un'appendice del sito da leggere su carta ancora per qualche anno prima di diventare digitale


John Elkann compra Repubblica e licenzia Verdelli
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Cambio di azionista, cambio di direttore. Nei giornali è prassi da decenni ed è successo anche questa volta dopo che Exor, la holding della famiglia Agnelli, è diventata la prima azionista di Gedi, la società creata solo nel 2017 dove confluirono il gruppo L'Espresso, la Stampa e il Secolo XIX. In uscita c'è la Cir oggi gestita dai figli di Carlo De Benedetti, e Giacaranda Caracciolo, figlia del principe Carlo che fondò l'Espresso nel 1955 e poi fu sempre al fianco di Eugenio Scalfari nella gestione di Repubblica.

Quella stagione è finita oggi. Inizia quella che qualcuno ha già ribattezzato la 'seconda Repubblica'. A guidarla non poteva che essere qualcuno venuto da fuori e che godesse della totale fiducia di John Elkann, che di Gedi e' diventato presidente. Naturale la scelta di Maurizio Molinari che passa così da La Stampa a Repubblica.

Esce di scena Carlo Verdelli, dopo appena 14 mesi. A
Torino arriva una delle firme storiche di Repubblica, Massimo Giannini, volto notissimo anche per aver condotto Ballaro' dal 2014 al 2016, e dopo direttore di Radio Capital. Maurizio Scanavino diventa a.d. del gruppo, mentre Mattia Feltri, figlio di Vittorio, va a dirigere l'Huffington Post.

Tra le poche figure chiave a non muoversi Marco Moroni, entrato nel Gruppo Espresso nel 1990 e attualmente a.d. di Gedi News Network, dove ricadono La Stampa e il Secolo XIX insieme alle altre testate locali del gruppo. Pasquale di Molfetta, noto a tutti come Linus, dirigerà il comparto radio che comprende Capital e Deejay.
A livello finanziario è tutto stabilito da tempo, Exor tramite Giano Holding detenendo 309.779.043 azioni ordinarie di Gedi, pari al 60,90% del capitale sociale e al 63,21% dei diritti di voto, ha lanciato un'offerta pubblico d'acquisto sul resto del capitale, con l'obiettivo di togliere dai listini di Borsa la società.

Il prezzo offerto e' di 0,46 euro, con un premio del 60% che in pochi rifiuteranno. Tempi e modalità dell'operazione saranno definiti a breve con Borsa Italiana.
Industrialmente l'operazione non sarà priva di sacrifici per i lavoratori del nuovo gruppo, che riporta sotto le insegne Agnelli il quotidiano di Torino, che fino a qualche anno rientrava ancora nel perimetro di Fca, cosa che faceva infuriare gli azionisti americani, come raccontava Sergio Marchionne, che infatti ottenne lo scorporo dal settore auto de La Stampa.

Da allora John Elkann ha lavorato per rilanciare il quotidiano di famiglia, prima diluendosi in Gedi, e poi comprando la quota dei De Benedetti. I soci di Exor, ricoperti di dividendi record, lo hanno lasciato fare, e ora potrà concretizzare questa sua ambizione personale, in tutto simile all'amore per la Juventus di suo nonno Gianni.
Se alla Stampa il ritorno degli eredi Agnelli sa di restaurazione, a Repubblica è una svolta che per primo ha pagato Verdelli, la cui linea era sotto attacco da tempo. Il giornale si prepara a diventare un'appendice del sito, un luogo per gli approfondimenti, da leggere su carta ancora per qualche anno prima di diventare digitale nel medio termine.

L'abbandono della carta è nei piani di Gedi da tempo. Cos'altro ci sia all'orizzonte è difficile dirlo. Boatos redazionali parlano di decine di esuberi, assorbiti anche tramite il possibile accordo che Fieg e Governo stanno elaborando che prevede prepensionamenti anche a 62 anni. Di certo tutte le edizioni locali, ad eccezione di Bologna e Milano, sono a rischio per gli alti costi di struttura. Alla Stampa i sacrifici chiesti alla redazione sono già  stati molti, e i margini operativi sono ridotti. I giornalisti di entrambe le testate si sono riuniti in assemblea, in allarme il sindacato Fnsi che per voce del suo presidente, Giuseppe Giulietti ha espresso piena solidarietà a Verdelli per l'improvviso licenziamento arrivato a poche ore dalle ripetute minacce di morte arrivategli in redazione.
(ITALPRESS)

Redazione Pressa
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