GIFFI NOLEGGI
Acof onoranze funebri
La Pressa redazione@lapressa.it Notizie su Modena e Provincia
Logo LaPressa.it
Facebook Twitter Youtube Linkedin Instagram Telegram
GIFFI NOLEGGI
articoliEconomia

Lapam, il decennio di Munari: 'Ecco perché il rimanere piccoli ci ha salvati'

La Pressa
Logo LaPressa.it

Dal 2008 al timone di una realtà che associa 10.000 imprese, il Presidente Lapam Confartigianato Modena rilancia oggi la sfida a politica e sindacati: ?L'abolizione dei voucher una forzatura ideologica, oggi non c'è ancora una politica che pensi al ceto medio'


Lapam, il decennio di Munari: 'Ecco perché il rimanere piccoli ci ha salvati'
Paypal
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.

 La crisi della rappresentanza politica e sindacale, le difficoltà del fare impresa in un’economia sempre più fluida, e in un ‘sistema Modena’ dove lo sviluppo infrastrutturale si è fermato 15 anni fa. Con l’intervista e Erio Luigi Munari inizia il viaggio de La Pressa nel mondo della rappresentanza della piccola e media impresa modenese.

Attivo nell’associazione dalla metà degli anni 80, e dal 2008 alla guida come Presidente, il nome di Erio Luigi Munari collega da anni al simbolo ed all’immagine della Lapam a Modena. Così come il suo volto, espressione di un carattere mite che in 15 anni, almeno pubblicamente, non abbiamo mai sentito e visto sbottare.

Presidente, nella sua ventennale esperienza quale è la fotografia, che dal suo osservatorio privilegiato, scatta del tessuto economico ed imprenditoriale modenese o di area vasta (Modena-Reggio)?
E’ una fotografia un po’… mossa.

Nel senso che non tutto è perfettamente a fuoco, ma nel complesso è ancora una fotografia bella. Perchè i soggetti, gli imprenditori del territorio, continuano a dare il massimo per stare sul mercato da protagonisti.

 Da 20 anni a questa parte, parlare di difficoltà nel fare impresa significa, sia a Modena come in tutta Italia, parlare degli stessi nodi insoluti: alto livello di burocratizzazione, massima imposizione fiscale, costo del lavoro, costi dell'energia. Che alla fine incidono su ciò che compone la competitività. Di chi è la colpa di questo mancato cambiamento? Dei governi o anche la rappresentanze sindacali hanno la loro responsabilità?
 Ha detto molto lei nella domanda. Posso aggiungere che una politica vera in favore del ceto medio produttivo oggi (e non da oggi) manca, a discapito di chi fa impresa. I sindacati? Credo si possa dire che c’è varietà di posizioni e diversi livelli di responsabilità.

Per dirne una, l’abolizione dei voucher è stata una forzatura ideologica che nella realtà crea problemi inutili. Le regole perché funzionino, a volte è bene ricordarlo, occorre farle rispettare.

Pur con tante ferite e cali, il tessuto economico modenese ha retto all'impatto della crisi che ha visto in molti settori un crollo, se non un azzeramento, del mercato interno. Come si fa a rimanere forti e locali in un mercato così globale che negli ultimi anni si è retto, e per molti settori continua a reggersi, sull'export?
 Mi viene un esempio bizzarro, ma che rende l’idea. Si dice che il calabrone non potrebbe volare, ma visto che non lo sa, vola. Ecco, l’imprenditore modenese ha sulle spalle una serie di zavorre che lo appesantiscono e lo frenano, ma visto che non sa fare altro, fa impresa, produce, esporta. Il tessuto economico, con una imprenditoria diffusa e capillare, di certo ci sta aiutando in questa fase. Il paradosso, ancora, è che fino a 10/15 anni fa tutti dicevano che bisognava diventare grandi, altrimenti le nostre imprese avrebbero chiuso. Ebbene, siamo rimasti piccoli (almeno rispetto alle dimensioni della grande impresa) e proprio questo ci ha salvati.

Anche la rappresentanza sindacale è stata colpita dalla crisi, non soltanto dai numeri, ma anche dagli effetti di una sfiducia rispetto al futuro e nei confronti della 'politica', nel senso più ampio del termine. Può dirci in una battuta lo stato di salute dell'associazione che rappresenta?
Lapam Confartigianato sta bene. Lo dico con un pizzico di orgoglio, credo legittimo, ma anche con la consapevolezza che non possiamo mai abbassare la guardia. La struttura lavora con impegno e cerca di restare al passo coi tempi grazie a una visione di futuro ben delineata, la rappresentanza degli imprenditori è puntuale. Per essere chiari: non abbiamo mai inseguito questo o quel partito, questo o quel leader. L’equidistanza, che non vuol dire restare fuori dalla politica, è un valore che paga.

 Quanti sono gli associati a Lapam oggi? In calo o in crescita rispetto al passato? I dati di bilancio la soddisfano?
Il numero degli associati è stabile da qualche anno. Questo rappresenta un risultato assai positivo perché è noto che, purtroppo, in questi ultimi anni non sono poche le aziende che hanno dovuto alzare bandiera bianca. La stabilità è anche frutto del lavoro della struttura, che ha saputo supportare le aziende in modo innovativo e adeguato, mantenendo il necessario equilibrio di bilancio. Siamo sulle diecimila imprese, contando solo la provincia di Modena.

 Al di la dei numeri, pur importanti, lei ha sempre posto in primo piano la qualità che si nasconde dietro ai numeri. E la qualità è anche quella legata alla capacità del territorio e della governance di un territorio di venire incontro agli imprenditori. Sul piano infrastrutturale soprattutto ma non solo. In 20 anni come è cambiato il rapporto con la politica?
Domanda difficile, davvero. Possiamo dire quella che è stata la nostra scelta, come Lapam. Abbiamo cercato, e stiamo cercando, l’interlocuzione a più livelli a partire da quello locale. E’ indispensabile fornire contributi di riflessione e di concretezza ai nostri sindaci, assessori, consiglieri. A livello più ampio la nostra struttura sta facendo la sua parte sia a livello regionale (penso al terremoto, dove l’apporto di Lapam è stato fondamentale per sostenere le imprese e dare strumenti di valutazione anche all’ente Regione) che, per quanto possibile, a livello nazionale. L’imprenditore medio piccolo, purtroppo, non gode di quella che viene definita ‘buona stampa’, e in questo la politica ha delle responsabilità evidenti. Fare una pubblicità in cui l’artigiano viene accostato all’evasore fiscale, come è stato fatto qualche anno fa, è francamente inaccettabile e squallido.

Che giudizio dà della politica degli ultimi 20 anni?
La politica attraversa un lungo periodo di sofferenza, e questo non può non dispiacere. Sul territorio siamo a stretto contatto con amministratori pubblici, consiglieri (di qualsiasi colore) e con chi, con passione, spende parte del suo tempo per cercare il bene comune. Purtroppo non tutti hanno questa visuale e, purtroppo ancora, non sempre chi fa politica riesce a incidere realmente sulle scelte fondamentali del vivere civico. Parlo a livello locale, certo. Diciamo che, a livello più ampio, la crisi del modello partito ha destrutturato la mediazione politica, creando un oggettivo allontanamento tra società e politici. Da questa crisi non siamo ancora usciti, qualche segnale (per quanto piccolo) si comincia a intravedere, ma i tempi saranno ancora lunghi.

 Come è cambiata, se è cambiata, la tipologia degli associati Lapam?
E’ cambiata, con moderazione, seguendo il corso naturale delle cose. Oggi l’artigiano non è più quello di 40 anni fa, e dunque gli imprenditori sono diversi. L’imprenditore del 2017 utilizza le tecnologie informatiche, sa muoversi con il mondo di internet e dei social media, si apre all’export. Ma, al tempo stesso, ha conservato quella solidità e quella flessibilità che hanno permesso al nostro territorio di competere con eccellenze di livello mondiale.

  A quando la prossima assemblea elettiva? Chi sono i candidati?
Siamo in piena fase congressuale, che per Lapam significa partire dalle categorie, ovvero dai mestieri, passare dalle sedi dislocate sul territorio, venire alle Zone e, infine, alle federate (Confartigianato, Licom per il commercio e Aspim per le imprese di dimensioni medio-grandi). Solo dopo questo lungo processo, che vede impegnato migliaia di imprenditori, si arriverà verso fine anno al congresso generale. Nomi? E’ sicuramente presto per farne, l’associazione saprà trovare, al momento giusto, l’equilibrio necessario per eleggere la persona migliore per questo ruolo.

 Come vede il 2017 a livello locale e globale e quale messaggio vorrebbe arrivasse a tutti i vostri associati?
L’anno è quello che ci si aspettava: nessuno squillo particolare, ma anche nessun tonfo. E’ un anno di transizione, quello che è grave è che, a livello italiano, non abbiamo saputo agganciare una ripresa più robusta sulla scia di indicatori oggettivamente positivi (il basso costo del petrolio, la politica della Bce…). Siamo in mezzo al guado. Ai nostri imprenditori dico: andiamo avanti, con coraggio. La sfida è terribile, ma qui abbiamo gli anticorpi e la passione per poterla affrontare. E, speriamo, vincere.

Gianni Galeotti


Redazione Pressa
Redazione Pressa

La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

Acof onoranze funebri

Economia - Articoli Recenti
Modena, a rischio chiusura 75% delle ..
L’83% delle aziende senza successore non sta al momento neanche tentando di individuarlo
18 Aprile 2024 - 12:28
Maserati, GD: 'Stellantis smetta di ..
Intervento dei giovani del PD sull'esubero di 170 dipendenti dello stabilimento di Ciro ..
16 Aprile 2024 - 09:32
Appello ai candidati sindaco: mettete..
Le proposte su fisco, urbanistica, sicurezza, sostegni al commercio elencate dalle 4 ..
15 Aprile 2024 - 20:35
Aperto il Vinitaly, 80 produttori ..
Da Piacenza a Rimini sono stati prodotti, dalla vendemmia 2023, 7,9 milioni di quintali di ..
15 Aprile 2024 - 08:57
Economia - Articoli più letti
Coop Alleanza 3.0 aggrappata alla ..
La Coop utilizza l'intero patrimonio dei soci più una parte del debito per investire in ..
15 Agosto 2018 - 10:36
Coop Alleanza 3.0 fulcro della crisi ..
I conti in rosso e il dispetto rappresentato dal via libera ad Esselunga, Trc potrebbe non ..
13 Gennaio 2019 - 08:41
Voragine nei conti Coop Alleanza 3.0:..
'Serve una risposta inequivocabile sulla sicurezza dei 3,6 miliardi dei 400.000 soci ..
01 Maggio 2019 - 08:38
Bper, correntisti ex dipendenti ..
'Se Bper non manifestasse un reale interesse a mantenere le migliaia di correntisti tra ..
03 Dicembre 2019 - 17:52