Un'analisi in merito l'ha fatta l'associazione Openindustria che, in breve, ha tracciato un quadro del nuovo scenario del risiko bancario europeo «Unicredit piazza un colpo strategico che scuote l’intero panorama finanziario europeo, con l’acquisizione del 4,5% di Commerzbank, una delle principali banche tedesche, da parte del governo tedesco. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, l’operazione ha sorpreso Berlino, mettendo in difficoltà il cancelliere Olaf Scholz e il suo governo, che avevano pianificato una vendita frazionata delle quote a diversi investitori».
Unicredit ha quindi agito con una mossa decisa, offrendo un premio sui valori di Borsa, quando solitamente queste transazioni si concludono con uno sconto rispetto al mercato. Questa offerta, definita audace e aggressiva, ha destabilizzato sia i mercati sia il mondo politico e mediatico tedesco. In Germania, non si è abituati a subire attacchi di questo tipo, un contesto che riporta alla memoria le situazioni di crisi finanziaria di altri Paesi europei, come la Grecia, dominati in passato dalla stessa potenza economica tedesca.
Il governo Scholz, preso alla sprovvista, ha cercato di guadagnare tempo mentre media e sindacati reagiscono con allarme.
L'acquisizione di quote di Commerzbank, colosso bancario tedesco salvato dallo Stato con una massiccia partecipazione, riduce la quota governativa dal 16,5% al 12%, segnando un momento cruciale per la politica economica della Germania. Questo avviene in un contesto di crescente debolezza economica per il Paese, che ha visto negli ultimi anni scandali legati a bilanci truccati e una crisi energetica in corso, con settori nazionalizzati ora potenzialmente a rischio di nuove scalate.
La vicenda ha scatenato una tempesta di reazioni, sia all’interno della Germania che a livello europeo, dove non si vedeva una mossa così audace da parte di un Paese UE dal 2000.
«Come Openindustria, monitoriamo attentamente questa situazione, valutando i potenziali impatti strategici sull'economia europea e sui settori industriali, con particolare attenzione alle future mosse nei comparti energetici e bancari tedeschi.
Stefano Bonacorsi