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'Con il diffondersi, sempre piu' insistente, della notizia della possibile vendita di Ducati aumenta sempre piu' la preoccupazione dei lavoratori delle aziende del gruppo Audi'.
Ed e' proprio dal comitato dei delegati dei lavoratori del colosso tedesco che arriva un altro appello ad evitare la cessione. In un documento che e' stato subito ripreso e rilanciato dalla Fiom, i delegati del comitato 'mondiale' dicono di comprendere il motivo della possibile cessione, 'legato ai problemi di liquidita' del Dieselgate', ma avvertono: 'In questo momento tale azione avrebbe come conseguenza l'indebolimento della considerazione e dell'immagine del gruppo Audi-Volkswagen'.
I delegati evidenziano anche che 'dietro a questa operazione prettamente finanziaria ci sono 1.700 lavoratori della Ducati nel mondo pienamente integrati nel modello partecipativo'.
Entrare e restare nel mondo Audi-Volkswagen, 'che ha tra i suoi nodi cardine una pianificazione industriale a lungo termine, il benessere dei lavoratori e relazioni aziendali e sindacali fondate appunto sui principi della partecipazione, significa per queste persone stabilita', certezze e aspettative per il futuro'. Pertanto, i delegati del comitato internazionale del gruppo Audi esprimono 'totale dissenso all'eventuale cessione di Ducati'.
La Fiom pero' a Bologna deve fronteggiare anche un altro fronte 'caldo': l'ex Bredamenarini confluita in Industria italiana autobus. Domani ci sara' l'ennesimo tavolo al ministero dello Sviluppo economico preceduto dalle dichiarazioni ottimistiche del viceministro Teresa Bellanova sulla possibilita' di arrivare a produrre e vendere 450-500 bus all'anno.
Ma la Fiom continua a vedere il 'peso' dei troppi errori fatti fin qui.
E domani, anticipa via Facebook Bruno Papignani, segretario regionale Fiom, 'diremo al Governo che non e' protezionismo assegnare un punteggio piu' alto a chi a parita' di qualita' del prodotto si impegna a costruire gli autobus in Italia, essendoci piu' di 5.000 autobus da costruire finanziati con soldi pubblici e con il biglietto. Proteggere le proprie imprese e i lavoratori per salvaguardare il nostro patrimonio industriale e per contrastare il dumping sociale, vuol dire combattere la competizione sui bassi costi, cambiare una politica industriale sbagliata basata su politiche coloniali, fare una cosa giusta e non chiacchiere al vento contro l'Europa'. Per ora, ottimismo a parte, 'le cose sono peggiorate, ad un anno dall'accordo sulla cigs nulla e' stato ristrutturato' dello stabilimento di Bologna, 'tutto e' stato svuotato e gli autobus si continuano a fare in Turchia. Dunque, non sottoscriveremo nessuna proroga alla cigs, al massimo possiamo parlare di contratto di solidarieta' a fronte di certezze e affidamenti seri in capo al Governo'. E, scandisce Papigani, bisogna 'smettere subito di fare in Turchia gli autobus destinati a Bologna. La Regione ha potuto visitare e vedere cio' che affermiamo, ma notiamo un silenzio assordante, tante amnesie e giustificazioni'; forse quando 'l'assessore Lepore diceva che della ex Bredamenarinibus non frega niente a nessuno era vero'.