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In punta di piedi, per non aggiungere nemmeno un grammo di peso al dolore inimmaginabile che oggi grava sulla sua famiglia. Sulla sua bimba, su suo marito, su sua mamma. In punta di piedi è possibile oggi, nel giorno della morte di Alessandra Pederzoli, riguardare i video che per lunghi mesi ha affidato ai social.
Per decine di migliaia di persone questa giovane donna, mamma, professionista modenese conosciuta, è stato un punto di riferimento. Nel modo di affrontare la malattia, il dolore e la paura stessa.
Lo ha fatto sempre col sorriso. Pubblicando su Intagram (qui) il suo diario personale, fatto di quotidianità ed entusiasmo. Un diario aperto a chiunque, nel quale non ha nascosto nulla, col quale ha raccontato l'evolversi di una patologia che si aggravava di mese in mese, di giorno in giorno, ma che - nonostante tutto - non è riusciuta a vincere il suo desiderio di lottare.
E' sufficiente soffermarsi anche solo per qualche minuto su qualche pagina di questo diario virtuale per rendersi conto di quanto non vi sia retorica in questa descrizione e di quanto ogni tentativo di raccontarne la forza sia riduttivo. Un balbettio, davanti all'incredibile energia sprigionata da una commovente debolezza.
L'ultimo video è di appena cinque giorni fa, di domenica, quando ancora, con la voce indebolita ma con gli occhi accesi, ripeteva che 'ogni giorno va vissuto a pieno'. 'Riscriviamo la nostra storia' è il nome di quella pagina Instagram sulla quale oggi appare un cuore e la frase 'l'amore può tutto' ed Alessandra Pederzoli un pezzo di storia lo ha riscritto davvero, lasciando una testimonianza indelebile in chi l'ha conosciuta anche solo attraverso i suoi video, di amore per la vita, di Fede e di coraggio. 'Ciò che è imprescindibile è l'amore.
La potenza e la forza di sentirci un'unica rete, che dobbiamo costantemente continuare a tessere, in cui però sappiamo di poterci soltanto abbandonare' - scriveva nel suo libro. E di quelle parole ha dato testimonianza fino all'ultimo.
La testimonianza di un amore per la vita che va oltre ogni contesto, che scavalca il dolore e la malattia. Senza negarle, ma accettando di continuare a camminare in ogni caso, affiancati dalla preghiera. Oltre il calvario che ognuno deve percorrere è possibile sorridere e stupirsi davanti alla vita.
Alcuni anni fa, in una accesa polemica ospitata nel giornale in cui allora lavoravo, ella scrisse una lunga lettera nella quale parlò anche 'del desiderio di restituire alle generazioni future tramite l’insegnamento parte di ciò che la vita professionale mi ha dato come opportunità di crescita'. Ebbene, Alessandra Pederzoli ha trasformato la sua stessa esistenza nella lezione più bella, regalando a tutti l'opportunità di assistervi. Nel buio del dolore, nella affannosa ricerca di un senso che dia una dimensione all'ingiustizia e alla Fine, si può gioire e aprire le braccia alla Vita. Forse, soprattutto per le tante persone che vivono situazioni di malattia e sofferenza, non c'è condivisione più grande, generosa, utile di questa.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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