Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Nell'ultima estate che separa Modena dal voto 2024 sia in casa centrodestra che centrosinistra cresce la fibrillazione per la identificazione del candidato sindaco. Mentre il Pd è alle prese con le ambizioni dei due Andrea (Bosi e Bortolamasi), con il desiderio di calare un big (Guerra, Baruffi, Vaccari o Bonaccini stesso) e con il protagonismo mai sopito nonostante l'impossibilità di un terzo mandato di Muzzarelli (pronto a fare una sua civica e riproporsi magari come vicesindaco), in casa centrodestra tutto si è concentrato in questi mesi su una sola carta. Il nome di punta è quello di Paolo Cavicchioli, ex presidente della Fondazione Modena, che potrebbe allargare il campo del centrodestra e intercettare voti al centro.
Il nome di Cavicchioli difficilmente troverebbe resistenze in casa Lega o Forza Italia, ma al momento l'ex presidente della Fondazione pare non aver dato cenni di una reale disponibilità. La strategia di Fdi e di Michele Barcaiuolo, oggi deus ex machina della coalizione, sembra chiara: attendere settembre e lanciare l'ultimo appello alla propria prima scelta. Davanti a un sì si aprirebbe un serio problema anche in casa Pd, costretto a coprirsi al centro con un candidato forte. Ma se Cavicchioli dovesse rispondere picche? A quel punto a Fdi non resterebbe che puntare su un candidato di bandiera. Unici veri nomi in campo sono quelli di Luca Negrini, presidente cittadino, dell'avvocato Guido Sola, da sempre vicino al partito della Meloni, e della capogruppo in Consiglio Elisa Rossini. Difficile infatti pensare alla candidatura di Daniela Dondi che, in caso di vittoria, dovrebbe rinunciare a Roma mettendo a rischio il collegio uninominale alla Camera strappato al Pd.
Ovvio che, a differenza della strada che porta a Cavicchioli, un candidato di partito troverebbe più resistenze da parte degli alleati. Facile immaginare che al tavolo delle trattative Lega e Forza Italia portino loro proposte. In questo contesto non è esclusa una convergenza tra Azzurri e Carroccio sul nome del capogruppo forzista Piergiulio Giacobazzi.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>