L’ispezione del vano di carico ha rivelato la presenza di 28 fusti della capacità di mille litri ciascuno contenenti, stando alla documentazione esibita dell’autista, liquido anti-corrosivo.
Ad insospettire i militari è stato il luogo di destinazione del prodotto indicato sui documenti: non un distretto industriale, ma una rinomata località turistica pugliese.
L’evasività delle risposte fornite dal trasportatore alle domande dei finanzieri hanno contribuito ad alimentare i dubbi sulla effettiva natura del prodotto. L’uomo, un cittadino serbo incensurato, non ha infatti saputo fornire chiarimenti sul luogo di consegna e sul destinatario della merce.
Tali circostanze hanno indotto la pattuglia ad un più approfondito controllo e all’analisi speditiva del liquido trasportato. Alla rimozione del tappo di uno dei fusti, le esalazioni hanno rivelato l’inconfondibile odore del gasolio, confermando la falsità dei dati contenuti nei documenti esibiti dall’autista.
Gli accertamenti hanno confermato che quello effettivamente trasportato altro non era che un prodotto classificabile tra i cosiddetti designer
Il fenomeno criminoso consente di introdurre sul territorio nazionale enormi quantitativi di carburanti “sporchi”, ceduti a prezzi più bassi che, tuttavia, a causa delle particelle abrasive presenti, possono determinare la rapida usura dei componenti del motore e danni ingenti e talora irreparabili ai veicoli degli utenti che, spesso ignari dell’effettiva qualità del prodotto, si riforniscono presso quei distributori stradali che si prestano a tali condotte illecite.
Accertata l’effettiva natura del prodotto trasportato, i militari della Guardia di Finanza di Bressanone hanno proceduto al sequestro dell’autoarticolato e del carico.