Condanna a tre anni, ridotta a due in virtù del risarcimento riconosciuto ai parenti della vittima. E' la pena richiesta oggi in tribunale a Modena dai pubblici ministeri Giuseppe Amara e Claudia Natalini nei confronti del delegato alla sicurezza dell'azienda di packaging 'Bombonette' di Camposanto, dove nell'agosto del 2021 perse la vita l'operaia 40enne Laila El Harim. La donna rimase uccisa dalla macchina fustellatrice, mentre lavorava.
L'accusa ha chiesto anche 117mila euro di sanzione pecuniaria all'azienda stessa, in quanto soggetto giuridico.
Il processo in corso in tribunale a a Modena ipotizza l'omicidio colposo aggravato dal mancato rispetto della normativa sulla sicurezza ed inizialmente vedeva iscritto nel registro degli indagati anche il fondatore e legale rappresentante della ditta modenese, che nel frattempo è però deceduto.
La sentenza di primo grado dovrebbe arrivare a luglio.
Camposanto, morta sul lavoro: chiesti due anni per il responsabile sicurezza dell'azienda

Una condanna a tre anni, ridotta a due in virtù del risarcimento riconosciuto ai parenti della vittima. La 40enne Laila El Harim rimase uccisa dalla macchina fustellatrice sulla quale stava lavorando
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