Omicidio Ansaloni Finale Emilia: due a processo ad ottobre, il terzo scarcerato

Gli sviluppi dell'omicidio della donna di 79 anni, che ha scosso Finale Emilia nel settembre scorso. Uno dei tre accusati non era sul luogo del delitto
Dagli accertamenti dei Ris di Parma svolti direttamente all’interno dell’abitazione, è emerso che solo due avevano lasciato tracce che ne testimoniava la presenza sul luogo del delitto. Nessun segno che riconducesse direttamente a Samir. Il ragazzo che avrebbe ricevuto la catena rubata per portarla a Milano e rivenderla. In pratica, secondo gli inquirenti Samir non avrebbe partecipato al delitto, facendo decadere i presupposti della custodia in carcere. Dove rimangono invece gli altri due amici. Uno di loro, che viveva fino a poco tempo prima con la famiglia in una casa vicina a quella della vittima sarebbe stato l'ideatore del piano per derubare la 79enne. Aveva dato appuntamento agli altri due, amici da una vita, nell’abitazione ormai vuota, ma di cui aveva ancora le chiavi. Da li avrebbero atteso il ritorno a casa della donna, uscita per fare la spesa. Al momento in cui Mirella Ansaloni rientrò nell'appartamento venne avvicinata, davanti alla porta dei giovani, che le chiesero un bicchiere d’acqua. Un pretesto per entrare velocamente in casa e mettere a segno l'aggressione. La pensionata, che forse aveva reagito di fronte alla richiesta di denaro e ora, è stata colpita a colpi di bottigliate in testa. Una volta uccisa i giovani avrebbero rovistato la casa in cerca di merce da rubare, trovando 30 euro in contanti e la catenina, che il giorno dopo venne rivenduta ad un compro oro di Milano per 500 euro.
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