Emergenza neve in Appennino, ipotesi utilizzo fondi Covid

Magnani: 'Il ministro ha dimostrato di aver compreso le esigenze dell’Appennino mostrando anche un certo pragmatismo'


Quattro le misure previste. «Abbiamo un fondo del Ministero per poter finanziare gli investimenti per gli impianti di risalita e sull’innevamento e abbiamo deciso che possiamo ristornare gli investimenti che molte di queste località danneggiate hanno fatto nel 2022 e quindi poter dare subito loro questi denari che sono stati investiti in modo da dare risorse fresche e non peggiorare la loro situazione» dice il ministro.
Si punta a un coinvolgimento del ministero del Lavoro sul tema degli ammortizzatori sociali perché gli stagionali (per esempio i maestri di sci) non possono avere la cassa in deroga. «Lavoriamo anche su una misura del governo Monti, su suggerimento del presidente Giani che ho accolto, relativa al fatto che il 50% della riscossione dei comuni doveva essere stornato per le zone disagiate, e invece in questo momento emergenziale sarebbe opportuno che queste risorse potessero rimanere sul territorio».
«Le aziende turistiche della montagna chiedono» aggiunge Antonio Barreca, dg di Federturismo-Confindustria, «la moratoria sui mutui e per le imposte di almeno sei mesi, la Cig straordinaria per gli addetti e il credit o d’imposta sugli F24 pagati a dicembre».
Si punta inoltre a liberare i fondi Covid che alcune Regioni hanno in pancia, ma che non possono essere utilizzati per altre finalità e crediamo di poterlo fare rapidamente.
«L’Emilia Romagna potrebbe mettere a disposizione già 3,2 milioni» afferma il presidente Stefano Bonaccini con l’assessore al Turismo, Andrea Corsini «Come Regione ci siamo fatti capofila di alcune proposte, a partire dallo svincolo dei residui non assegnati dei bandi Covid, che sarebbero immediatamente utili per le imprese coinvolte, anche se di certo non risolutivi». Fa eco Igor Taruffi, assessore regionale alla montagna: «Bisogna intervenire in tempo, con risposte concrete: a pagare lo scotto non sono soltanto gli impianti sciistici, ma anche tutte le attività che ruotano intorno, dai ristoranti agli alberghi. E che generano indotto».
«Il ministro ha dimostrato di aver compreso le esigenze dell’Appennino mostrando anche un certo pragmatismo» ha dichiarato il presidente del Consorzio del Monte Cimone Luciano Magnani «ci auguriamo che alle parole seguano al più presto i fatti»; mentre Amedeo Faenza, presidente provinciale di Federalberghi-Confcommercio ha aggiunto «Oltre agli aiuti in questa fase di emergenza - come moratoria sui mutui, agevolazioni fiscali, cassa integrazione per gli stagionali, sblocco delle risorse rimaste dai bandi covid - credo siano importanti anche provvedimenti indiretti, deve essere elaborato un nuovo progetto per la montagna, un piano a lungo termine per renderla fruibile sempre, anche senza neve. Se il futuro è questo, ovvero inverni con temperature così alte, sopravvivere per le aziende della montagna diventa difficile. La maggior parte degli alberghi è chiusa, non c’è domanda e conviene chiudere, ma paghiamo l’Imu e le bollette. Dobbiamo ripensare il turismo in Appennino arricchendo l’offerta sciisitica con altre opportunità».
Stefano Bonacorsi
Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono .. Continua >>