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Lamento di Muzzarelli e mancata statizzazione delle scuole d'infanzia

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I 53 anni della scuola dell'infanzia statale. Nei giorni scorsi, il sindaco di Modena, come è ormai sua abitudine, ha scritto una commovente lettera a Draghi


Lamento di Muzzarelli e mancata statizzazione delle scuole d'infanzia
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Proprio ieri, Reginaldo Palermo sulla sua pagina Facebook, corredata da un interessante video, ha ricordato il: 'Mezzo secolo di scuola materna statale, la scuola voluta da Aldo Moro'.
Il 18 marzo 1968, esattamente 53 anni fa, il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat promulgava la legge 444 che istituiva la scuola materna statale. Prima di quella data esistevano scuole materne gestite per lo più da enti religiosi, dai Comuni o da grandi aziende private come Fiat e Olivetti. La vicenda politica legata alla approvazione della legge è molto interessante e vale la pena di essere raccontata e conosciuta, perchè solo due anni prima il Governo di centro sinistra guidato da Aldo Moro era caduto proprio a causa della mancata approvazione di una legge analoga.” La legge era fortemente sostenta da socialisti e repubblicani e rappresentò una vera e propria rivoluzione, oltre che politica, pedagogica, passando dal concetto di asilo a quello di scuola (seppur chiamata materna)
In poco più di 50 anni, la scuola dell’infanzia statale è passata da 0 iscritti a quasi un milione, rispetto ai circa 400.000 delle paritarie ed ai 140.000 delle comunali (ambedue un forte calo). arrivando, sempre da 0%, al 63%, con una crescita superiore all1% annuale. (In base ai dati del MIUR del 2018/19 gli iscritti alla scuola dell’infanzia sono in totale 1.460.538. Gli iscritti alle scuole d’infanzia statali sono il 63%. Quelli delle scuole paritarie sono 541.447, pari al 37% di cui le scuole comunali rappresentano il 9% e quelle paritarie private il 28%).

LA ROTTA INVERSA DI MODENA

Nei giorni scorsi, il sindaco di Modena, come è ormai sua abitudine, ha scritto una (altra) commovente lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ai ministri alla Pubblica istruzione Patrizio Bianchi e alle Pari opportunità e Famiglie Elena Bonetti, e indirizzata anche al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e alle assessore regionali Elly Schlein e Paola Salomoni.

Questa volta parla di asili nido e scuole dell’infanzia. Nella, ripeto, commovente lettera sostiene: ”A Modena come abbiamo fatto lo scorso anno taglieremo le rette di nidi e scuole d’infanzia per il periodo di chiusura: chiediamo quindi risorse economiche a disposizione degli Enti locali per evitare il crollo del sistema integrato 0-6 anni: evidentemente non possiamo chiedere ai genitori di continuare a pagare le rette, né è pensabile che le sole finanze comunali sostengano queste perdite”.
Nella risposta alla petizione per una statizzazione graduale, l’assessora all’istruzione, Grazia Baracchi, conclude: “Si ritiene infine che prevedere una statizzazione delle scuole progressiva andrebbe a smantellare un sistema plurale (!) che può e deve essere migliorato e, pertanto, fermi restando eventuali trasferimenti collegati a problematiche di sostenibilità del bilancio comunale, questa amministrazione comunale ritiene utile sviluppare l’attuale sistema attraverso una richiesta di maggiori trasferimenti di risorse dallo Stato per garantire la sostenibilità dell’attuale sistema e garantire pari opportunità alle bambine e ai bambini della città”.

TANTI PROBLEMI, MA NESSUN RIMEDIO

Su quanto il bellissimo sistema plurale sia iniquo e accentui le diseguaglianze, ho già scritto precedentemente (2 settembre 2019, 7 gennaio, 13 febbraio, 29 aprile, 11, 13, 15, 20, 22 e 26 maggio 2020).
Sta di fatto che il Comune di Modena:
- non ha nessuna intenzione di porvi rimedio.
- non ha nessuna intenzione di andare nella direzione di un sistema dell’infanzia simile a quello delle primarie e delle secondarie a forte, fortissima trazione statale, fortemente inclusivo ed equo.
- continua a cedere proprie scuole ad una fondazione di cui è proprietario, spostando i costi dal capitolo personale ad altri capitoli di spesa quando potrebbe passare questi costi allo stato con grande giovamento per il bilancio comunale che non si sa fino a quando reggerà a meno che non venga in “aiuto” qualche partecipazione così come è avvenuto con le farmacie (ex) comunali.
Forse chi ha lo sguardo rivolto all’indietro è proprio l’amministrazione comunale…

P.S L’assessora alla P.I., nelle argomentazioni a sostegno del rifiuto di statizzare, in risposta alla petizione, scrive, tra l’altro, che: ”rigidità di contratti di docenti e collaboratori che non permettono l’organizzazione di servizi accessori di pre e post scuola se non a carico completo dell’ente locale e pertanto senza alcuna continuità educativa…”.

Si ricorda che:
- “L'orario di funzionamento della scuola dell'infanzia è stabilito in 40 ore settimanali, con possibilità di estensione fino a 50 ore pari a 10 ore al giorno con una estensione del tempo scolastico di due ore al mattino oppure al pomeriggio”.
- in origine, la scuola dell’infanzia statale avrebbe potuta essere aperta il sabato, il mese di luglio ed anche in agosto sulla base delle richieste delle famiglie e sempre senza pagare nessuna retta. Poi, su pressioni sindacali, tutto questo si è perso. Ora, il ministro dell’istruzione è Bianchi, ex assessore regionale; gli si chieda di ripristinare le vecchie norme.

Franco Fondriest

Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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