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Punto Uno. Devo a Giorgio Pighi il fatto che, da quando me l'ha scritta (più volte) a commento di taluni post sulla mia pagina Facebook, una 'sua' frase é entrata a far parte fissa dei miei criteri di valutazione degli accadimenti con un'accresciuta frequenza rispetto al passato. A fronte di miei commenti a proposito delle 'occupazioni' dei cinema dei mesi scorsi, allorquando, più cha alla ricerca di motivazioni esclusivamente assolutorie per gli 'occupanti', stavo cercando di riflettere a 'tastiera aperta' su taluni fatti del passato, operati da 'gruppi' ed anche dalla stessa nostra Amministrazione, che, allo scopo di raggiungere alcuni obiettivi, non avevano esitato prima di mettere in atto comportamenti analoghi... e ne ravvisato talune similitudini.
Citavo l'occupazione dei terreni per costruirvi sopra il primo nido per i bimbi, l'occupazione di una scuola per realizzarvi la prima Casa delle Donne, le 'forzature' alle leggi nazionali per assumere gli operatori necessari per aprire le prime Scuole per l'Infanzia e quelle per mettere in piedi diversi altri Servizi .
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e lo facevo perché ritenevo doveroso che tutti potessero ricordare anche quelle circostanze prima di emettere giudizi definitivi sulle occupazioni in atto.
In quelle occasioni, Giorgio Pighi 'prese una posizione' (sulla mia pagina) che non mi dispiacque affatto: non assolutoria sic et sempliciter, ma neppure aprioristicamente colpevolizzante. E lo fece, da consumato giurista com'è, citando anche una delle sue frasi celebrative: 'non sempre il legale é giusto come non sempre il giusto é legale'. Certo che se il giusto ed il legale potessero andare insieme avremmo fatto bingo... chiosavo io.
Beh... seppure, quella frase non sia stata per me proprio come una folgorazione sulla via di Damaso, devo riconoscere che, come ho già scritto, il suo significato è entrato a far parte con continuità dei miei punti di riferimento e dei miei codici valutativi.
Punto Due.
Dedicandomi ad una ricerca su internet a proposito delle progettualità della Fondazione San Filippo Neri e dell'Associazione, che al medesimo nome assomma il roboante 'international', ... ho potuto vedere tante belle 'cosette': ad esempio, alcuni, e certo non tutti, dei progetti presentati ai bandi pubblici e vinti, con conseguente ottenimento di fondi; ho osservato la circolarità delle partecipazioni fra Fondazione ed Associazione, di volta in volta referenzianti l'una dell'altra e viceversa ed altre perle d'ingegno, come l'essere l'una la 'verificatrice' della qualità degli interventi dell'altra.
Un intreccio certo affascinante e complesso da gestire... specie se sono in troppi a doverlo fare, E ad essere informati che esiste.
Del resto, devo ammettere che non é stato semplice ed immediato trovare in rete le informazioni necessarie e sufficienti per modo di comprendere (almeno solo in parte, per ora) il meccanismo di scatole cinesi che é stato messo in piedi.
Fra tutti, comunque, l'atto che ha sancito più degli altri la decisione di avviare questo 'perverso' meccanismo nonché di lasciarsi alle spalle l'etica amministrativa che dovrebbe pervadere questo tipo di amministrazioni più di ogni altra, é stato quello di dar vita all'Associazione San Filippo Neri international. Forse di non immediata comprensione per chi 'non conosce questi mondi', ma certo ben percepita da Mauro Tesauro, che denunciandone la perversità ha dato il via alla polemica che stiamo vivendo, la decisione di 'tramutare' un pezzo della Fondazione in Associazione ha permesso ad entrambe di cambiare le carte in gioco, barando con gli altri giocatori.
Mi spiego: varie PA (ma anche altri soggetti) per l'opportuna e condivisibile finalità di facilitare la vita delle Associazioni meritevoli e non solo la vita di altri soggetti (quali, ad esempio Fondazioni, Comuni etc,) che possono trovare fonti di finanziamento altrove e diverse da quelle che loro offrono, limitano (non a caso) la possibilità di partecipare e concorrere ai propri bandi esclusivamente ad Associazioni, ONLUS ed altri soggetti che sono animati dal volontariato.
Correttezza ed onestà (anche professionali) vorrebbero che, accettando ed ancor più condividendo questa impostazione, tutti i soggetti che normativamente non sono riconducibili ad essere Associazioni ... a quei bandi non partecipassero, lasciando che a farlo fossero gli aventi diritto ... anche per non sottrarre loro 'carburante economico' indispensabile ... ovviamente se c'é merito. Per dirla in una delle mie amatissime metafore ... non si partecipa ad una gara cui sono invitate autovetture di piccola cilindrata se si sceglie di utilizzare un suv super potente.
Al contrario di questa lampante ovvietà, la Fondazione San Filippo Neri, che non ha voluto privarsi di nulla, affamata come si é dimostrata sul versante della capacità di acquisire risorse e, per farlo, di non guarda in faccia a nessuno, decise invece di sdoppiarsi ... però restando nelle stesse mani. Così, il SFNeri, fatta diventare una sua parte Associazione, ha potuto partecipare ad ogni tipo di bando. L'Associazione è servita per questo, ma ha conservato più o meno intatta l'organizzazione della Fondazione, con le stesse mani a governarla,
All'epoca, se la memoria non m'inganna, si tentò di descrivere la nascita di questa nuova realtà come il desiderio di proseguire le attività di Going to Europe, l'Associazione della quale si era decretata la morte. La promozione dell'interculturalità, il favorire gli scambi di giovani nel contesto europeo etc. che erano 'le mansioni' di quella Associazione furono però assai presto messi da parte e se ne persero le tracce. O, almeno, io che mi vanto di tenermi ben aggiornato su queste tematiche non ne ho saputo più nulla.
Punto Tre. Se si fa lo sforzo di connettere fra loro il punto uno ed il punto due, ne nascono due domande. La Fondazione ha commesso illegalità nel costruire al suo interno l'Associazione? E mi sembrerebbe giusto che, quantomeno su questa piazza virtuale non ci lesinasse una risposta proprio Giorgio Pighi, che spesso si dimostra più che attento a questo tipo di argomenti. Nel fare ciò che ha fatto, ha operato nel giusto? Ed a questa domanda dovremmo poter rispondere noi tutti.
P.S. Non mi è sfuggito affatto, anzi, che ci sia stato chi ha commentato positivamente quella scelta... addirittura vantandone la genialità. Della serie: 'i soldi si vanno a cercare dovunque sono'. Non voglio spendere una parola per confutare respingere questa valutazione, che può essere compatita solo se nasce da ignoranza amministrativa o da frettolosità, ma che, se frutto di convincimento, mi fa nascere solo indignazione (quella di Pertini). Per parte mia, la considero uno scempio etico, ancor più grave perchè compiuta da una Istituzione che avrebbe dovuto saper interpretare i propri limiti... per mantenersi degna della fiducia e considerazione di cui ha fin qui goduto.
(Segue)
Giovanni Finali