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Dalle ore 9,30 hanno da prima manifestato in Largo Porta Bologna, poi, percorrendo viale delle Rimembranze, si sono recati davanti alla Prefettura, principale obiettivo delle loro protesta. Erano un centinaio, tutti africani, in Italia e a Modena mediamente da un anno. Dopo essere sbarcati ed inseriti nel sistema di accoglienza che li ha dirottati prima all'hub di Bologna e poi a Modena dichiarano di vivere in una sorta di limbo. La maggior parte di loro, dopo avere atteso mesi per depositare la richiesta di asilo, sono rimasti in attesa di essere ricevuti dall'apposita commisione anche 8 mesi o più. E altrettanti per attendere documenti o la risposta della commissione.
A volta - dicono e dimostrano alcuni codice fiscale alla mano - arrivano già scaduti, perché la validità, da rinnovare appunto di sei mesi in sei mesi, scade ancora prima di essere attivata. Molti, paradossalmente non vorrebbero stare qui, vorrebbero andarsene via, verso il nord europa, ma non possono. Perché sono legati alle procedure che sono stati attivate qui.
Nel rimpallo di competenze istituzionali, loro dicono di avere capito chiaramente che tutto il sistema è coordinato e ruota intorno alla Prefettura ed è quindi al Prefetto che anche senza appuntamento e con un presidio improvvisato e come tale non autorizzato, che si sono rivolti anche questa mattina. Con azioni più o meno plateali, come quella di oggi che ha bloccato e fatto deviare il traffico lungo i viali, per circa 3 ore.
'La maggior parte è senza documenti o ha il permesso di soggiorno scaduto perchè le pratiche si allungano, senza motivo. Non ci viene detto nulla. Non ci lamentiamo per soldi e cibo, ma vogliamo avere risposte, vogliamo i documenti perché senza i documenti non possiamo fare nulla, nemmeno lavorare, e siamo come prigionieri. La Prefettura è di fatto padrona delle nostre vite e chiediamo al Prefetto di sbloccare la situazione, accertando i tempi del lavoro della commissione e per il rilascio dei documenti'. Una questione che oggi, per gli aspetti relativi al domicilio, interessa anche le cooperative e le associazioni che gestiscono l'accoglienza, ingolfate dall'alto numero di ospiti.
Il presidio si è concluso intorno alle 12,30. Dalla questura sarebbe arrivata l'impegno ad un incontro istituzionale, alla presenza dei soggetti che gestiscono l'accoglienza (la cooperativa Caleidos è ancora il soggetto che ne ospita il maggior numero).
Redazione Pressa
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