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Dopo la festa di Natale trascorsa sul piazzale antistante la Castelfrigo di Castelnuovo Rangone, continuano sia presidiosia sciopero della fame dei lavoratori delle cooperative in appalto alla Castelfrigo finite nella bufera per i 127 licenziamenti annunciati.
Dopo 8 giorni di sciopero della fame il problema più importante, sul piano fisico e medico, è legato all’assenza di calorie, quelle che gli integratori di sali minerali e di vitamine che vengono assunti quotidianamente in maniera controllata, non possono apportare. Carenze che - spiegano i medici - potrebbero portare a conseguenze a livello renale. Dopo 8 giorni lo stomaco si chiude e le problematiche fisiche generate potrebbero scatenare un effetto domino. Per questo è necessario accostare al presidio sindacale, anche quello medico, quotidiano. Che c'è stato nei giorni scorsi e si è ripetuto questa mattina.
Al nostro arrivo il medico Paolo Trande è appena sceso dal camper dove trovano alloggio i 3 lavoratori di diverse nazionalità ed il segretario provinciale Flai Cgil Marco Bottura. In 4 giunti oggi all'ottavo giorno di sciopero della fame. Per loro le carenze alimentari sul piano fisico rischiano di complicare le conseguenze che l’assenza di cibo porta anche sul piano psicologico. Marco Bottura, l'unico a scendere dal camper al termine della visita medica e che al nostro arrivo troviamo nel piazzale insieme agli altri lavoratori che da due settimane animano il presidio, si fa e forza e riesce a dare forza a tutti: 'E' sempre più complicato andare avanti - ci dice - ma con il controllo medico abbiamo deciso di proseguire.
Questa è una battaglia che non riguarda solo questi lavoratori, ma tutti i lavoratori che operano nel settore delle carni e dall'agroalimentare attraverso cooperative che aprono e chiudono solo per evadere il fisco, per non versare i contributi e per sottoporre i lavoratori ad orari, salari e condizioni di lavoro al di fuori della legalità'
Lavoratori, quelle della cooperative operanti per la Castelfrigo, diventati il simbolo di una lotta contro le false cooperative nel settore della macellazione e dell'agroalimentare. Un presidio, il loro, che ha avuto la forza di essere portato all'attenzione della cronaca nazionale, al quale il TG 5 ha dedicato la copertina di natale, un natale che ha visto le famiglie dei lavoratori scioperanti festeggiare proprio lì, nel piazzale dell’azienda. Per difendere non solo i diritti dei 127 licenziati senza garanzie, ma di tutte le migliaia di lavoratori che a Modena, in regione ed in tutta Italia sono assunti dalle cooperative in condizioni precarie e al limite se non fuori dalla legalità. Alle quali, con gravi responsabilità, i committenti (grandi aziende), affidano gli appalti per il lavoro, spinti solo dal ribasso dei costi.
'A livello nazionale bisogna fare chiarezza sul mondo e sui metodi applicati dalle false cooperative e bisogna fare in modo che questo sistema illegale venga debellato del tutto. Non può essere che sistema di organizzazione del lavoro applicato a livello nazionale continui a sopravvivere. A livello locale dobbiamo trovare una soluzione per questi 127 lavoratori che rischiano di essere sbattuti fuori senza la possibilità di avere ammortizzatori sociali o altre forme contrattuali che permettano loro di continuare'
'Tutto il distretto agroalimentare modenese - continua Marco Bottura - utilizza il sistema degli appalti che nella maggior parte dei casi affidano a false cooperative il lavoro. Un fenomeno che si perpetra anche nel sistema delle cosiddette srl consorziate che nascondono lo stesso sistema fatto di società che vengono aperte e chiuse per evadere contributi, per evadere tasse e per applicare condizioni contrattuali, dei pagamenti, di lavoro e di orari inaccettabili'
Una situazione della quale i committenti, che affidano gli appalti, sono i primi per il responsabili. Perché sono loro i responsabili di appalti e contratti. Sono loro che pur conoscendo le condizioni applicate dalle cooperative spurie, affidano gli appalti'
Gianni Galeotti