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Manifesti no educazione gender strappati a Modena. E il Comune valuta il modello Rimini: non autorizzarli

Manifesti no educazione gender strappati a Modena. E il Comune valuta il modello Rimini: non autorizzarli

Nella notte altri manifesti strappati nell'area dell'autostazione. Ideologia e vandalismo anticipano, fuori dalla regole, la volontà dell'amministrazione di seguire chi li ha già, legalmente, censurati


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Modena verso il modello Rimini: dopo i vandalismi ai manifesti “No Gender” documentati nelle ultime ore nell'area dell'autostazione, l’Amministrazione valuta il divieto di non autorizzarli, come successo a Rimini. E lo ha fatto per voce dell'Assessore con delega alle pari opportunità Alessandra Camporota, nel corso della risposta fornita all'interrogazione sulla legittimità o meno dei manifesti pro-vita e contro l'aborto oggetto di una precedente campagna di affissioni. Campagna ritenuta legittima e conforme rispetto ai regolamenti e alle norme vigenti.
Una risposta compendiata però sul finale da un riferimento esplicito ai manifesti ancora affissi relativi alla nuova campagna contro la cosiddetta educazione gender nelle scuole. La campagna “Mio Figlio No – Scuole libere dal gender”, promossa da Pro Vita & Famiglia Onlus. Alcuni di questi manifesti affissi a Modena sono stati strappati o coperti in segno di protesta. In riferimento a questi in particolare, me estendendo il discorso sull'approccio da tenere in futuro rispetto a queste campagne di affissione, Camporota ha dichiarato che l’Amministrazione sta valutando modifiche al regolamento comunale proprio per affrontare casi come questi, prendendo come riferimento l’esperienza del Comune di Rimini, che ha negato l’autorizzazione all’affissione di manifesti delle stessa campagna 'No Gender', ritenendoli discriminatori e lesivi della dignità
delle persone.

Il precedente di Rimini, un modello per Modena?

Il Comune di Rimini ha recentemente respinto la richiesta di affissione di cento manifesti della stessa campagna, motivando il diniego con il contenuto ritenuto “fuorviante, ingannevole e discriminatorio”, soprattutto nei confronti di bambini e adolescenti. Camporota ha affermato che “l’approfondimento dell’esperienza del Comune di Rimini potrà essere utile come spunto per proposte di integrazione dell’attuale Regolamento del Comune di Modena”, con l’obiettivo dichiarato di contrastare le discriminazioni e prevenire messaggi che possano ledere la dignità delle persone.
Intanto, a censurare e cancellare per vie al di fuori, quelle si, dalle regole, ci hanno pensato i vandali in queste ore particolarmente attivi (nonostante le numerose telecamere di videosorveglianza della zona che dovrebbero e potrebbero consentire una rapida individuazione), a cancellare, strappandoli, il contenuto dei manifesti.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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