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Sono recenti gli attacchi degli amministratori PD a politici di centro destra, dalla Lombardia all'Emilia-Romagna, colpevoli a loro avviso di avere utilizzato il termine razza. Per distinguere le persone sulla base della loro provenienza o di particolari caratteristiche fisiche.
Senza entrare nel dibattito scientifico che, proprio sulla base della scienza, destituisce il fondamento stesso del concetto di razza (dacché l’antropologia fisica e l’evoluzionismo hanno dimostrato che non esistono gruppi razziali fissi o discontinui), sta di fatto che in termini culturali, sociali ed istituzionali il termine non solo esiste (e richiamato anche in Costituzione), ma viene utilizzato per distinguere raggruppamento di individui che presentano un insieme di caratteri fisici ereditari comuni. 'Nel caso dell’uomo - citando la Treccani - tali caratteri si riferiscono a caratteristiche somatiche (colore della pelle, tipo di capelli, forma del viso, del naso, degli occhi ecc.), indipendentemente da nazionalità, lingua, costumi'.
Ma in un mondo ormai invaso da campagne politiche e culturali sul linguaggio di genere, anche il termine razza, sancito comunque in Costituzione, è finito al centro dello scontro politico al punto tale da fare definire razzista chi lo usa. Non soltanto in forma verbale ma soprattutto scritta. Una battaglia contro l'uso del termine razza di cui si è fatto paladino il Partito Democratico. Che su questo punto ha il nome di Arturo Scotto, Deputato PD che ha proposto la cancellazione del termine 'razza' da ogni documento amministrativo della Repubblica Italiana sostituendolo con Nazionalità. Proposta approvata all'unanimità il 30 maggio scorso dalle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera. La conseguenza è un corto circuito politico ed istituzionale. Anche alla luce dei documenti presentati dallo stesso comune di Modena.
Tra gli ultimi redatti, il DUP (il documento unico di programmazione alla base del bilancio di previsione), e che al suo interno, nel capitolo riguardante le pari opportunità e le azioni tese a rimuovere disparità e discriminazioni sul piano pubblico utilizza e riporta nero su bianco il termine ed il concetto di 'razza'.
In sostanza una tripla contraddizione: sul piano politico, amministrativo ed istituzionale: l'amministrazione a guida PD di Modena utilizza il concetto di razza in documento pubblico, esponendosi al medesimo utilizzo contestato ai politici di centro destra. Ma non solo. Il documento pubblico non tiene conto di quanto votato all'unanilità nelle importanti commissioni parlamentari su proposta dello stesso PD. In terzo luogo, rimane la volontà politica di abolire l'utilizzo di un termine che comunque è sancito e rimane scolpito nella Costituzione.
Alla luce di queste considerazioni, ciò che vediamo e leggiamo nel documento del Comune è quindi frutto di una svista, di un corto circuito politico o di cosa altro?
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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