Scade il 5 dicembre il termine ultimo o per rinnovare la diffida già presentata dopo l’alluvione del 6 dicembre 2020 o per avviare una azione legale per il risarcimento dei danni. A ricordarlo ai cittadini nonantolani il vicecoordinatore regionale di Forza Italia Antonio Platis, e il consigliere comunale di Nonantola, nonché cittadina alluvionata Monica Contursi, in un incontro stampa sul punto della rotta sul Panaro del dicembre 2020. Con loro Federica Piccinini, cittadina nonantolana che dopo avere perso la sua abitazione, disposta a piano terra e invasa da quasi due metri di acqua e stata la prima ad istruire una causa, risultata vincente, ottenendo un risarcimento adeguato ai danni subiti calcolati in circa 120.000 euro. Tutto a seguito del pronunciamento del tribunale delle acque di Firenze che ha riconosciuto la responsabilità di Aipo per il collasso dell’argine del Panaro, e il diritto a 4 residenti che avevano fatto causa e presentato istanza, a ricevere il risarcimento per i danni subiti. Un pronunciamento che apre ora la strada ad una possibile serie di azioni legali anche da parte di centinaia di cittadini e famiglie che non erano andati oltre all'aspettativa di ricevere i soldi riconosciuti dalla Regione, pur lontani da garantire la copertura dei danni subiti.
Ed è soprattutto a loro che Forza Italia lancia un appello urgente:
“Non lasciate che scada il termine dei cinque anni. Chi ha subito danni può ancora ottenere giustizia e soprattutto risarcimento. Come è avvenuto per i 4 cittadini'. Tra queste Federica Piccinini. Il suo caso resta tra i più simbolici: abitazione distrutta, lavori di ripristino pagati di tasca propria, nessun aiuto dalla Regione perché nel frattempo, dopo le spese ed i lavori pagati di direttamente solo per renderla agibile, la casa era stata venduta. 'Sono stata la prima alluvionata Nonantolana in causa con Aipo - spiega Piccinini - seguendo i consigli di Monica Contursi e la perizia fatta dal nostro ingegnere Fiordaligi ad avviare con l'avvocato Calziolari la battaglia legale. Oggi questi primi riconoscimenti sono una breccia di speranza per tutti quanti noi che abbiamo perso tutto con l'alluvione. Le fatiche di una vita e i ricordi più cari sono stati spazzati via ed è giusto che chi ha sbagliato ne risponda. Senza la causa intrapresa autonomamente non avrei avuto nemmeno il rimborso delle spese sostenute'
Una mobilitazione partita dal basso: il ruolo decisivo di Monica Contursi, consigliere comunale e alluvionata
Monica Contursi, oggi consigliere comunale, è innanzitutto una cittadina che nell’alluvione del 2020 ha perso la propria casa, devastata da quasi due metri d’acqua.
È stata la prima a muoversi, cercando un percorso legale che riconoscesse le responsabilità dell’evento. Contursi trovò un precedente fondamentale nella causa relativa all’alluvione del Secchia del 2014, in cui una famiglia – assistita dall’avvocato Calzolari – aveva ottenuto il risarcimento. Partendo da quella sentenza, Contursi coinvolse lo stesso legale e si fece promotrice e referente di un comitato di cittadini di Nonantola: circa 35 famiglie presentarono una diffida, utilizzando la medesima consulenza tecnica e strategia giuridica.
Quel percorso, oggi, ha trova piena conferma nell'accogliemento delle richieste: la sentenza del Tribunale delle Acque stabilisce che anche il disastro del 2020 fu dovuto a responsabilità gestionali e alla mancata manutenzione di quel tratto di argine da parte di Aipo.
Risarcimenti fino a 110 mila euro: la prima vittoria di quattro famiglie
Le quattro famiglie che hanno intentato causa hanno ottenuto risarcimenti fino a 110 mila euro, cifre ben superiori ai rimborsi minimi – quando non inesistenti – riconosciuti dalla Regione. Risarcimenti che esulano e semmai si vanno ad aggiungere a quelli riconosciuti dalla Regione.
Ed è proprio alla luce di questo risultato che Platis e Contursi invitano i cittadini ad agire entro la scadenza.
Per Forza Italia, la scadenza del 5 dicembre rappresenta un passaggio cruciale: entro tale data chi ha già inviato una diffida deve rinnovarla per non perderne gli effetti; chi non ha mai presentato alcuna richiesta può ancora avviare una causa.
“Questa è l’ultima finestra utile' – affermano Platis e Contursi –. Dopo anni di silenzi, oggi c’è una sentenza che dice chiaramente che l’alluvione del 2020 non fu una fatalità. Chi ha subito danni ha il diritto e la possibilità di farli riconoscere.”
Rischio idraulico non risolto
È bene ricordare - concludono Contursi e Platis - che oltre all'allargamento arginale nel punto della rotta, nessun intervento strutturale risolutivo è stato avviato su quel lungo tratto arginale sul quale si sono verificate 5 rotte in 50 anni. Il progetto del secondo argine di rinforzo, annunciato come elemento centrale per la messa in sicurezza dell’area, risulta ancora sulla carta, mentre il tratto in cui avvenne la rotta continua a presentare segni di ammaloramento. Secondo i tecnici, le condizioni sono tali che un episodio simile a quello del 2020 potrebbe purtroppo verificarsi anche oggi, con conseguenze potenzialmente gravi per la comunità.'Gi.Ga.
Nella foto, da sinistra, il consigliere comunale e promotrice del comitato che ha avviato l'azione legale Monica Contursi, il Vicecoordinatore regionale di Forza Italia Antonio latis, e Federica Piccinini, cittadina alluvionata e risarcita a seguito del pronunciamento del tribunale delle acqua di Firenze.