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Nel fronte di chi dopo l'emanazione dell'ultimo decreto del 5 gennaio e dopo la conferenza dichiaratamente riparatoria del premier Draghi ha iniziato ad esprimere criticità di metodo e di merito nel'operato del governo e del presidente del Consiglio c'è anche il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. La zona gialla, il boom di contagi che ha confermato la scarsa o nulla efficacia del Green Pass nel garantire quei luoghi sicuri prospettati erroneamente dallo stesso Draghi l'estate scorsa, hanno un peso politico piuttosto negativo. E' ormai chiara la consapevolezza che il governo si è indebolito e più esposto agli attacchi e alle richieste di chi, dopo mesi di osanna, vede che le cose non vanno, a livello di gestione della pandemia, come dovevano andare.
Non solo nei confronti dei cittadini ma nei confronti del sistema sanitari ancora per certi aspetti inutilmente posto sotto pressione continua da una gestione dell'emergenza quantomeno discutibile che si sta riversando con effetti enormi sull'intero sistema sanitario. Per questo 'serve subito un deciso cambio di passo' - tuona Bonaccini, a partire dall'assunzione di nuovo personale e dalla semplificazione delle procedure per le quarantena.
'Di fronte al virus che muta- ragiona Bonaccini- al boom di nuovi contagi che registriamo ogni giorno e che, secondo gli esperti, continuerà nelle prossime settimane fino al nuovo picco pandemico, ritengo si debba ora lavorare a un cambio di passo nella gestione dell'emergenza sanitaria'.
Per prima cosa, sostiene il presidente, occorre destinare 'tutte le risorse necessarie, economiche e professionali alle Regioni per il contrasto alla pandemia e per l'accelerazione nella vaccinazione di massa, procedendo anche a una drastica semplificazione amministrativa per la gestione del fine quarantena e fine isolamento, oggi troppo complicata da gestire e, per i cittadini, da capire'.
Occorre poi 'più personale da utilizzare nel tracciamento, per renderlo sostanzialmente possibile, e lo stiamo chiedendo invano al Governo da mesi'.
Allo stesso modo, suggerisce Bonaccini, 'andrebbero rapidamente rivisti i parametri di classificazione dei ricoveri ospedalieri. Oggi un paziente ricoverato per una qualsiasi patologia se risulta in seguito positivo, anche se privo di sintomi da Covid, viene registrato come ricovero Covid, quando la ragione dell'ingresso in ospedale è tutt'altra. Si tratta di un parametro fondamentale, dal quale dipendono i colori delle Regioni e quindi l'adozione di restrizioni o meno, con nuove chiusure, esattamente il contrario della linea decisa dal Governo e ribadita dal presidente Draghi'. In poche parole, insiste Bonaccini, 'siamo in fase del tutto nuova, occorre dunque aggiornare gli strumenti anti-Covid. Grazie ai vaccini è possibile tenere insieme lotta al virus, aperture e rafforzamento della ripresa economica, che vuol dire sopra ogni cosa lavoro. Per farlo, serve un ulteriore passo avanti, insieme: Governo e territori, col supporto della comunità scientifica'.
Redazione Pressa
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