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Alla vigilia dell'approvazione della nuova legge urbanistica regionale, Coldiretti lancia l'allarme sul consumo di suolo. Nel 2016 l'Emilia-Romagna 'ha sottratto all'agricoltura e al suolo naturale 219.280 ettari di terreno. Un dato che colloca la nostra regione al terzo posto per il consumo di suolo assoluto dopo Lombardia (309.542 ettari) e il Veneto (224.555)'. In occasione della giornata mondiale del suolo che si celebra domani, Coldiretti cita il rapporto 2017 sul consumo di suolo dell'Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), sottolineando che 'nell'ultimo anno in Emilia-Romagna è stato cementificato il 9,7% dei 2.212.309 ettari della superficie regionale, una percentuale superiore alla media nazionale che si attesta sul 7,6% della superficie italiana'. Il consumo di suolo e la cementificazione, rileva ancora Coldiretti, 'riducono la capacità dell'assorbimento dell'acqua da parte dei terreni e aumentano il rischio di frane e alluvioni.
Su un territorio sempre più artificiale e più fragile, i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno portato a precipitazioni sempre più intense con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno impermeabilizzato dall'urbanizzazione e dalla cementificazione non riesce ad assorbire. La conseguenza è un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione'.
Secondo elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Geologico regionale, in Emilia-Romagna 'ci sono più di 38.000 frane attive, per una superficie di quasi 70.000 ettari, e più di 32.000 frane quiescenti, che coprono 181.000 ettari. In pratica l'11,3% del territorio regionale è soggetto a frane, percentuale che aumenta decisamente se si considera che la provincia di Ferrara e tutto il territorio a nord della via Emilia sono esenti da movimenti franosi'. Ad essere più colpito è naturalmente, il territorio collinare e montano, area dove, ricorda Coldiretti, 'è in forte calo la presenza dell'agricoltura che negli ultimi venti anni ha visto più che dimezzato il numero delle aziende agricole, rimaste oggi poco più di 20.000 nell'Appennino da Piacenza a Rimini. Il venir meno della cura dei terreni e dei fossi ha contribuito non poco alla diffusione delle frane che in questo momento interessano 200 delle 333 amministrazioni comunali emiliano-romagnole'.
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>