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Urbanistica, via libera ad altri 267 alloggi, ma questo rimarrà così

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L'amministrazione comunale ha autorizzato 20 nuove urbanizzazioni residenziali delle 41 presentate da privati con l'avviso pubblico. No al comparto Aristotele


Urbanistica, via libera ad altri 267 alloggi, ma questo rimarrà così
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Via libera alle proposte di completamento di comparti la cui attuazione era stata interrotta, come via Jacopo da Porto a Cognento, via Cimarosa, via Del Girasole a San Damaso, via San Marone, e stop per altre proposte di intervento urbanistico, come in via Fratelli Rosselli,  via Aristotele,  via Della Pietra, di via San Marone-Formigina. 

Saranno 20, su 41 presentate, per un totale di 4 ettari di territorio e 267 alloggi
 le autorizzazioni per nuove urbanizzazioni residenziali nell’area del comune di Modena da definire entro il 2020 (gli interventi complessi si potranno attuare nei successivi dieci anni) che entrano nella programmazione transitoria verso l’adeguamento degli strumenti urbanistici alla nuova legge regionale attuata con l’avviso pubblico lanciato dal Comune la scorsa primavera.

Una sorta di out-out dato ai privati proprietari di aree urbane con diritto di costruire e ferme da tempo per capire le intenzioni e le loro capacità di intervento. Un'azione, quella del Comune, tesa a valutare i progetti da promuovere e/o da bocciare, compatibili o meno con gli indirizzi della nuova legge urbanistica regionale che definisce in futuro il cosiddetto 'saldo zero'. 

All'appello del comune i proprietari interessati hanno risposto proponendo 41 istanze. La commissione che le ha esaminate ne ha scartate 21 e tenute in vita 20. Autorizzando espansione per 4 ettari e per 267 alloggi rispetto ai 967 proposti nella totalità delle 41 istanze presentate.

Il provvedimento, illustrato dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, ha ottenuto il voto della maggioranza (Pd e Art.1 – Mpd – Per me Modena) e di Cambiamodena; contrari M5s e Modena Bene Comune.

Ai 4 ettari di urbanizzazioni residenziali si aggiungono iniziative di recupero in aree già edificate e completamenti dell’esistente, all’insegna della rigenerazione e della densificazione, per un totale complessivo che arriva così intorno agli 11 ettari. Si tratta del 6,5 per cento delle possibili aree residenziali in espansione che, prima dell’avviso, corrispondevano a circa 170 ettari, mentre i 4 ettari rappresentano poco più del 3 per cento dell'espansione potenziale sino al 2050.

Tra i criteri valutati dai tecnici anche l’attuabilità in tempi celeri e certi degli interventi proposti, con garanzie di fattibilità da parte del soggetto imprenditoriale, e la conferma del nulla osta all’attuazione di quegli interventi già oggi attuabili tramite semplice permesso di costruire, come, per esempio, in via Attiraglio (otto alloggi), in via Formigina (26 alloggi in sei edifici), in via Massolo (un alloggio), in strada Albareto (un edificio con cinque alloggi), in via Toscanini (due edifici), in via Zini (due edifici per complessivi 19 alloggi di social housing), in stradello San Giuliano (otto alloggi), in via Tre Olmi (un edificio con sei alloggi).

Tra le 15 proposte non ammesse ci sono anche quelle relative alla realizzazione di Case residenza per anziani o insediamenti commerciali (già oggetto di programmazione comunale con specifici provvedimenti); quelle motivate esclusivamente da esigenze di valorizzazione dell’area; le aree F e G per realizzare residenza, tema che sarà affrontato nella definizione del Piano urbanistico generale.

Nell'elenco degli ammessi e dei non ammessi, anche perché non faceva parte delle proposte, non si è visto e non si è mai parlato, di uno dei progetti privati che da quindici anni è stato abbandonato ed attende uno sblocco. Quello inserito nell'area centrale dell'ex mercato bestiame che da anni, già nei piani del 2000, doveva essere il simbolo della rigenerazione urbanistica dell'intera area da decine di migliaia di metri quadrati, inserita oggi, ancora senza successo, nel piano periferie. Senza successo, perché le prospettive di progetto in questo senso, per quell'area, ancora non ci sono. A confermarlo a più riprese in sede istituzionale lo stesso sindaco che ha ammesso forti difficoltà rispetto alla frammentazione e alla possibilità di rapporto e accordo con i proprietari dell'area che insieme ai soggetti attuatori (tra cui la CMB nel frattempo autorizzata a costruire a Vaciglio e all'Ex Amcm), hanno abbandonato la stessa area già da 15 anni, lasciandola preda del più totale degrado e orfana della città. Ma non solo. A confermare che la situazione per ancora tempo rimarrà così c'è l'assenza, almeno sul piano ufficiale, di proposte di intervento per l'area stessa. Dove la CMB è intervenuta recentemente, solo dopo le pressioni mediatiche e politiche conseguenti alle denunce per degrado e problemi di ordine pubblico. Intervento, dopo anni di nulla, limitato solo al ripristino di alcune transenne divelte da spacciatori e tossicodipenti e più in generale da avventori abusivi dell'area e dello stabile. Per questo destinato a rimanere ancora per chissà quanti anni simbolo di una riqualificazione mancata, cattedrale nel deserto che oltre a pregiudicare lo sviluppo ed il completamento del piano periferie mostra esattamente chi davvero comanda nel campo dell'urbanistica a Modena.

Gi.Ga.


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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