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'Si informano le famiglie degli alunni che su segnalazione di un genitore di una classe quarta siamo venuti a conoscenza che la app Tik Tok è stata utilizzata per contattare il figlio da un pedofilo. Invitiamo tutti i genitori a prestare massima attenzione sull'utilizzo che i propri figli fanno dei giochi delle App visti pericoli che queste comportano'
Così la direzione dell'istituto comprensivo 1 di Modena, con una comunicazione inviata ieri ai genitori degli alunni dell'istituto stesso, ha informato, una volta preso atto della segnalazione di un genitore, tutte le famiglie sul caso segnalato. Il messaggio è chiaro, ed è rivolto soprattutto ai genitori chiamati ad un ruolo di responsabilizzazione, prima di tutto di loro stesso, rispetto all'utilizzo da parte dei propri figli, di smartphone e tablet.
Perché il discorso è sempre quello: più che lo strumento da condannare e reprimere (anche se la app Tik Tok è già stata segnalata e bandita in alcuni stati, anche in Usa, per i problemi insorti nel suo utilizzo) è la prevenzione e l'educazione rispetto all'utilizzo di certi strumenti e, appunto, certe App. Perché se non è Tik Tok (una delle più scaricate al mondo da bambini e pre-adolescelti), è un'altra App che fa le stesse cose. In pratica, il problema non è lo strumento, che deve comunque rispondere a determinate caratteristiche di sicurezza, ma il suo utilizzo. Ed è qui che anche una App 'normale' e di fatto innocua come Tik Tok. L'app permette di creare e guardare video musicali autoprodotti che durano al massimo 15 secondi nei quali i ragazzini sono invogliati ad esibirsi con rallenty, filtri capaci di attirare like e approvazione e vere e proprie gare di popolarità.
Competizioni che possono portare i ragazzini ad andare oltre, anche nel tipo di esibizione, attirando purtroppo l'attenzione non solo di minori ma di adulti, magari con non buone intenzioni.
Nel caso specifico di Modena, non si conoscono le modalità con le quali il bambino di quarta elementare possa essere stato contattato da un pedofilo, vero o presunto che sia, o uno sconosciuto. fatto sta che la modalità c'è e basta sfogliare le cronache di altre province d'Italia per raccogliere molte segnalazioni simili.
Da qui si potrebbe ritornare alle quattro righe inviate ai genitori dalla direzione dell'istituto e all'appello ai genitori, invitati almeno a controllare, nel momento in cui si affida uno smartphone dalle infinite possibilità di connessione, al proprio figlio già dai 10 anni, a controllarne e a filtrarne l'utilizzo. Ruolo complicato, difficilissimo, che sta a metà (forse), tra il censore e l'educatore, a al quale tutti i genitori, magari partendo dal proprio esempio, sono chiamati.
Redazione Pressa
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