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Con vaccini che ormai da tempo anche gli organismi ufficiali dichiarano coprire quantomeno dagli effetti gravi soprattutto nei 120 giorni successivi all'iniezione, il rischio è di trovarsi, dopo tre dosi in poco più di un anno, al punto di partenza. I dati del report settimanali Gimbe, commentatati dal Presidente Cartabellotta, indicano di fatto questo: 'Il netto aumento della circolazione virale- spiega il presidente- aumenta la probabilità di contagio e lo sviluppo di malattia grave in chi ha fatto la terza dose da oltre 120 giorni: per questo appare un vero azzardo la scelta di rimandare la quarta dose all'autunno con i 'vaccini aggiornati', di cui ad oggi non si conoscono né le tempistiche di reale disponibilità né gli effetti sulla malattia grave.
In tal senso è inaccettabile che, mentre la somministrazione delle quarte dosi per i pazienti vulnerabili rimane sostanzialmente al palo, peraltro con rilevanti diseguaglianze regionali, il dibattito si sposti sull'opportunità di allargare la platea a tutti gli over 70, senza prima potenziare le capacità di chiamata attiva da parte delle Regioni 'a fondo classifica''.
Venendo ai dati delle somministrazioni. Al 6 luglio l'88,1% della platea (50.805.626) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+2.964 rispetto alla settimana precedente) e l'86,6% (49.932.092) ha completato il ciclo vaccinale (+3.735 rispetto alla settimana precedente).
Il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell'83,5% con nette differenze regionali: dal 77,7% della Sicilia all'87,4% della Valle D'Aosta. Sono 7,89 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster.
Al 6 luglio le persone di età superiore ai 5 anni non vaccinate erano 6,84.
Per le autorità sanitarie la graduale perdita di efficacia dei vaccini sarebbe così alla base della ripresa non solo dei contagi ma anche dei ricoveri. L'occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente rischio di peggioramento della qualità dell'assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio.
In secondo luogo, la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il Covid peggiora un equilibrio di salute già instabile. Infine, il progressivo sovraccarico ospedaliero - sottolinea il rapporto Gimbe - porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni - nonostante quasi un miliardo di euro stanziato dal Governo - non sono ancora riuscite a recuperare con buona pace dei pazienti bloccati in un limbo di cui si fatica a intravedere la fine'
Innanzitutto, l'occupazione dei posti letto è destinata ad aumentare nelle prossime settimane, in un periodo in cui tra ferie estive e assenze per isolamento il personale sanitario è numericamente ridotto, con conseguente peggioramento della qualità dell'assistenza e aumento dello stress su chi è in servizio. In secondo luogo, la maggior parte dei ricoveri in area medica riguarda pazienti anziani con patologie multiple, nelle quali il Covid peggiora un equilibrio di salute già instabile. Infine, il progressivo sovraccarico ospedaliero porta a rimandare prestazioni chirurgiche e visite specialistiche non urgenti, alimentando quelle liste di attesa che le Regioni - nonostante quasi un miliardo di euro stanziato dal Governo - non sono ancora riuscite a recuperare con buona pace dei pazienti bloccati in un limbo di cui si fatica a intravedere la fine'
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>