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Accordo fatto: la palazzina della canonica alla Fondazione Autismo Modena, ecco il progetto

Accordo fatto: la palazzina della canonica alla Fondazione Autismo Modena, ecco il progetto

Giuliano Zanni, referente della Fondazione, illustra a La Pressa i termini dell'accordo, e su un nostro articolo specifica : 'L'uso dell'immobile rimarrà vincolato alla fondazione, nessuna altra operazione immobiliare è possibile. Sognamo una residenza aperta alla città'


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Ora è certo. La palazzina della canonica della parrocchia ora unificata Tempio-San Biagio, in via Piave 6, sarà venduta alla Fondazione Autismo Modena, che la ristrutturerà completamente per realizzarvi una residenza per una quindicina di ragazzi autistici. Ciò in virtù di un contratto di vendita con riserva di proprietà della durata di 30 anni che sarà stipulato con la curia, per un importo di 800.000 euro.
L'accordo tra curia e fondazione, in gestazione da anni, ha avuto conferma formale solo in queste ultime settimane, anzi giorni, a seguito di alcuni passaggi chiave. Dopo il necessario e non scontato ok della Sovrintendenza per l'intervento sull'immobile, nei mesi scorsi, il progetto è stato presentato, come evidenziato in un nostro articolo, dalla Fondazione Autismo Modena, su invito del parroco Don Claudio, al consiglio pastorale che ha approvato a maggioranza e tra i mugugni di chi lamentava 'un progetto calato dall'alto non condiviso né nei tempi né nei modi con la comunità parrocchiale'. Altro passaggio chiave la delibera che ha dato l'ok alla vendita da parte della curia, arrivato martedì scorso. Ora manca solo l'atto ufficiale di vendita, atteso all'incirca alla fine di febbraio.
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Poi via al progetto esecutivo e al cantiere, per una durata presumibile di due anni.

Zanni: 'Destinazione e uso dell'immobile chiare e vincolate allo statuto della fondazione: sbagliato parlare di rischio di altre operazioni immobiliari'

Prima di entrare nella genesi, nella portata di merito del progetto, Giuliano Zanni interviene nel merito del nostro articolo nel quale veniva scritto che in caso di fallimento del progetto, non sarebbe stato previsto alcun obbligo di restituzione dell’immobile alla parrocchia, lasciando aperta la strada a future operazioni immobiliari. 'Non è assolutamente così ed è importante che tutti lo sappiano: Fino al pagamento dell’ultima tranche, tra 30 anni, la proprietà resta integralmente alla parrocchia. In questi trenta anni la fondazione potrà utilizzare l’immobile, ma non potrà venderlo né cambiarne la destinazione. E anche al termine dei trenta anni la Fondazione, proprietaria dello stabile, sarà vincolata nell'utilizzo dal proprio statuto. Con la diocesi di Modena che è tra i soci principali e con rappresentanza nel Consiglio di Amministrazione. La destinazione d’uso resterà obbligatoriamente quella sociale e legata all’autismo: è impossibile modificarla. Non esiste alcuna possibilità, né legale né materiale, di altre operazioni immobiliari, tanto meno di speculazioni'.. Fatta chiarezza su questo punto entriamo nel merito della portata, anche sociale, del progetto.
Zanni lo fa rispondendo indirettamente a chi ha paventato che il progetto e l'accordo con la curia escludesse altre realtà sociali sul territorio: 'Ricordiamo che tra i soci fondatori della Fondazione ci sono Il Tortellante APS, Out Out Modena e la Diocesi. Stiamo dialogando anche con Caritas e altre realtà del sociale. Non c’è nessuna esclusione: tutte le principali associazioni modenesi sull’autismo sono coinvolte'. Sulla protesta di diversi fedeli e parrocchiani, sfociata anche in una raccolta firme, circa il mancato coinvolgimento, Zanni risponde: 'Il tema del trasferimento delle attività parrocchiali deriva dagli accorpamenti decisi dalla diocesi, non da noi. L’immobile era comunque destinato a essere dismesso. Noi siamo stati solo indicati come possibili acquirenti'.
Il referente della fondazione ripercorre poi, su nostra richiesta, la genesi, anche temporale, del progetto, in riferimento alla contestazione secondo cui sarebbe caduto dall'alto, senza confronto. 'Da anni cercavamo un immobile adatto per realizzare una struttura residenziale per ragazzi autistici. Con oltre 1.600 giovani autistici certificati che nei prossimi anni usciranno dalla scuola dell’obbligo a Modena e provincia, le strutture pubbliche non sono in grado di far fronte ai numeri. Serve un intervento integrato pubblico–privato. Quello di una struttura residenziale un progetto ambizioso'. Nell'ambito del rapporto ristretto a Curia e Fondazione, si è iniziato a discutere del progetto tre anni fa.
Zanni spiega che fu la diocesi, tramite il vicario, a segnalare la disponibilità della canonica, già destinata alla dismissione nell’ambito degli accorpamenti parrocchiali. Ma per parlarne c'era bisogno di certezze. Tra cui il superamento del vincolo della Soprintendenza, che ha richiesto sopralluoghi e autorizzazioni prima di dare il nulla osta definitivo, arrivato soltanto a maggio.'Non era corretto parlarne prima – precisa Zanni – perché se la Soprintendenza avesse detto no, il progetto sarebbe saltato. Senza considerare che non era compito nostro farlo'. Il progetto – che dovrebbe giungere alla formalizzazione del contratto a fine febbraio – riguarda un residenziale per circa 15 giovani autistici, con una parte dedicata a soggiorni sollievo per altre 5–6 famiglie.Parliamo di sostenibilità economica: 'I costi reali – aggiunge Zanni – non sono quelli dell’acquisto dell’immobile, che sono sostenibili direttamente anche dalle famiglie della fondazione, ma quelli di gestione: consideriamo che ogni giovane in strutture come queste porta con se un costo 5.000 euro al mese. Senza il sostegno del pubblico, nessuna famiglia potrebbe farcela, per un intera vita. Per questo chiediamo una collaborazione tra privato sociale e istituzioni, come avviene in altre regioni'.'Il nostro scopo è creare una struttura aperta e integrata con la comunità parrocchiale. Un luogo che non sia chiuso né separato, ma inserito nel quartiere e nel mondo della parrocchia. L’apertura verso l’esterno è un elemento fondamentale sia per i ragazzi che la abiteranno, sia per la comunità che li accoglierà. Spero questo venga compreso. La collaborazione, la condivisione sono elementi fondamentali per un progetto così ambizioso come questo'.Gi.Ga.Nella foto, la palazzina di via Piave 6 a Modena
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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