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Scandalo Amo, l'ex dipendente si oppone al decreto ingiuntivo: oggi c'è stata la prima udienza

Scandalo Amo, l'ex dipendente si oppone al decreto ingiuntivo: oggi c'è stata la prima udienza

Il giudice del Tribunale del lavoro di Modena si è riservato di decidere. Intanto il fascicolo penale aperto dal pm Nicolini è ancora in fase di indagine


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Prima udienza oggi relativa allo scandalo Amo, l'Agenzia per la mobilità di Modena che ha subito un ammanco da 515mila euro. Si è celebrata infatti questa mattina a Modena l'udienza di opposizione al decreto ingiuntivo presentato della ex dipendente di Amo alla quale i vertici dell'Agenzia hanno imputato ogni responsabilità rispetto al denaro sottratto. In aula presenti i legali di Amo e della stessa ex dipendente. Il giudice del Tribunale del lavoro di Modena al termine dell'udienza si è riservato di decidere. Ricordiamo che il Tribunale di Modena nei confronti della donna aveva emesso un decreto ingiuntivo per 459.857 euro, corrispondente al 91% dell'ammanco contestato.

Intanto il fascicolo penale aperto, come noto, dal pm Nicolini è ancora in fase di indagine e vede indagata per ora la stessa dipendente.

Il punto nodale del resto è ancora da sciogliere come è possibile che l'ex dipendente accusata abbia fatto tutto da sola? Quali responsabilità sono eventualmente in capo all'ex amministratore di Amo Stefano Reggianini, divenuto poi segretario provinciale Pd, carica dalla quale si è dimesso proprio per questo scandalo?

'Noi sosteniamo che possa esserci stato un eccesso di fiducia da chi aveva altre responsabilità o possano essere avvenuti dei raggiri' - aveva detto a fine agosto il nuovo amministratore unico di Amo Andrea Bosi.
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'Qui abbiamo una persona che ha ricevuto dei bonifici per un importo di 459.000 e su questo punto il tribunale ha emesso un atto in cui dice che quelle risorse devono tornare all'agenzia. Se poi ci sono delle carenze sotto il profilo omissivo o c'è stata fiducia nei confronti di una persona, questo è un altro piano che nulla ha a che fare con quello penale, e nulla ha a che fare rispetto al fatto che c'è un atto del tribunale che dice alla dipendente di restituire il 91% delle risorse di cui parliamo. Ci sono delle responsabilità omissive? C'è stato un accesso di fiducia o se sono stati messi in atto dei comportamenti che hanno indotto chi di dovere a fidarsi eccessivamente o a non controllare? Questo è un altro piano che andremo a verificare'.

Giuseppe Leonelli

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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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