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L'auspicio è che ci sia una partecipazione ampia ma composta di volontari. Fatta da persone comuni, anche affette da patologie ma con un quadro clinico stabile, disponibili a sottoporsi volontariamente al test per la sperimentazione del vaccino il coronavirus sviluppato dall'Università di Oxford in collaborazione con AstraZeneca. 'Per ora non c'è nessun filtro in ingresso per selezionare le persone da sottoporre alla sperimentazione' - affermano i responsabili sanitari intervenuti questa mattina nella videoconferenza stampa in risposta ad una nostra domanda.
Sono 300 le persone che l'Azienda ospedaliera policlinico di Modena, tra i sette centri italiani scelti per la sperimentazione del vaccino nella fase tre, accoglierà. E alle quali somministrerà il vaccino. Nell'ambito della sperimentazione nazionale e mondiale. A duecento persone sarà somministrato il vaccino, ad altre, in maniera randomizzata e non conosciuta, sarà somministrato un placebo. Ognuno di loro sarà seguito per due anni.
Il vaccino che sarà sperimentato nel centro di Modena ed in altri sei centri nazionali ha già superato la fase due, quindi giudicato sicuro, con rischio di effetti collaterali paragonabili a quelli di una influenza. Ora sarà testato per superare, appunto, la fase 3, quella preliminare alla diffusione. 'Le uniche persone che saranno escluse, stando di parametri ad oggi disposti, saranno coloro con alcune sindromi neurologiche anche lievi' - ha affermato Cristina Mussini, Direttore della Struttura complessa di Malattie Infettive AOU di Modena e docente UniMoRe, in conferenza insieme ad Andrea Cossarizza, Professore ordinario di Patologia generale e immunologia, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche materno infantili e dell’adulto di UniMoRe - 'Per il resto potranno partecipare tutti, anche con patologie, a patto che queste siano stabili. Dal diabete all'Aids'
Il campione di 300 seguiti dal centro del Policlinico di Modena fanno parte delle 30.
000 persone che nel mondo volontariamente si sottoporranno alla somministrazione. 'Un numero importante che costituisce un campione rappresentativo della popolazione' - affermano i sanitari.
L’auspicio è che le prime dosi del vaccino possano essere somministrate quanto prima ai volontari, non appena verrà espletata tutta la parte burocratica necessaria.
Se l’iter procederà come previsto, fase dopo fase, la speranza è che il vaccino possa essere disponibile per la popolazione a partire da aprile 2021.
Come spiega Cristina Mussini, direttore della Struttura complessa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, “questo studio rappresenta una straordinaria opportunità di avere accesso al vaccino che è stato acquistato dal nostro Paese'
La Struttura complessa di Malattie Infettive porterà avanti lo studio in collaborazione con la Patologia Generale dell’Università di Modena e Reggio, avvalendosi della parte assistenziale infermieristica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.
“Come immunologo e ricercatore impegnato fin dal primo giorno nella lotta contro il Covid- precisa Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia Generale e Immunologia (Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche materno infantili e dell’adulto di UniMoRe)-credo che il vaccino sia lo strumento con la più alta possibilità di sconfiggere questo virus, e possa avere grande efficacia e fattibilità. In questo particolare momento storico, questa strada è di primaria importanza e va intrapresa mettendo insieme tutte le nostre competenze scientifiche e le nostre forze organizzative, per arrivare al risultato che tutti attendiamo”.
Come arruolarsi
Nei prossimi giorni sarà diffuso un numero verde. E' inutile iniziare a chiamare oggi le aziende sanitarie.
L'appello dei sanitari
'Non solo abbiamo bisogno di volontari, ma anche di sentire la vicinanza dei cittadini. Sia con la responsabilità dei loro comportamenti, per non caricare le strutture sanitarie, sia per accompagnarci in questa grande assunzione di responsabilità che da oggi abbiamo come centro sperimentale scelto'- ha affermato Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.