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Il 23,6% circa dei pazienti ricoverati attualmente nei reparti covid delle strutture ospedaliere della provincia di Modena sono ricoverati per cause diverse dal Covid ma vengono conteggiati come pazienti covid per il fatto di essere risultati positivi al tampone di ingresso. E conseguentemente inseriti in percorsi di ospedalizzazioni protetti e dedicati. Esattamente 65 dei 277 ricoverati covid attuali, quelli ricoverati per altri fattori non covid, quasi uno su 4.
Al dato sui ricoveri e sulla tipologia delle ospedalizzazioni covid fornito questa mattina nel corso dell'incontro periodico con la stampa locale dell'Ausl di Modena, ripreso dopo la pausa delle festività, si aggiunge un quadro impressionante relativo al numero dei contagi, o meglio sul dato più significativo della percentuale dei positivi sul numero dei contagiati.
A Modena al 22,9%, più del doppio rispetto alla media del 10% nazionale. Nella settimana dal 5 all'11 gennaio.
Con un numero di tamponi che in provincia supera i 10.000 al giorno e che ha portato all'individuazione di una media di 2000 soggetti positivi in più ogni 24 ore e ad una quota di 35.000 in isolamento al proprio domicilio. Di questi uno su 4 presenta sintomi che in molti casi, grazie al contatto con le unità specializzate ed Ausl ed i medici di famiglia, vengono gestiti al domicilio evitando il ricorso all'ospedalizzazione che, sottolineano i dirigenti Ausl, a Modena continua ad avere, pur in contesto emergenziale e straordinario, numeri inferiori rispetto al contesto nazionale. Un numero ancora sostenibile, grazie anche al piano di espansione dei posti letto dedicati.
Un incontro, quello di oggi, anche per rifare chiarezza su un dato, quello dei decessi, e della percentuale di vaccinati, aggiornato in passato in maniera periodica, poco considerato, e oggi tornato alla ribalta a seguito della richiesta anche da autorevoli virologi ed esponenti della sanità pubblica, di cambiare la classificazione dei casi covid rispetto a ricoveri o decessi.
O meglio, potremmo dire, la lettura degli stessi. Specificando quello che non era stato mai adeguatamente specificato come premessa ai report quotidiani, ovvero se si tratta di decessi provocati dal Covid o morti in cui il Covid non rappresenta la causa principale ma rappresenta un elemento presente in un quadro patologico o pluripatologico grave.
Una distinzione che non è possibile fare nei report quotidiani, in quanto la causa prevalente di ogni decesso può emergere solo dall'analisi delle cartelle cliniche dei casi che a campione confluiscono nei data base dell'Istituto Superiore della sanità che fornisce dati aggiornati a livello nazionale su questo fronte soltanto a mesi di distanza. Ciò detto, e svolta questa premessa, i dati di fatto ci dicono che in provincia di Modena i deceduti negli ultimi 30 giorni, ufficialmente classificati come covid, sono quasi tutti soggetti pluripatologici anziani (media di 79 anni) e, vista la fascia di età, vaccinati. Ovvero soggetti che, purtroppo anche nella fascia di età più bassa (nell'ultimo mese la persona più giovane aveva 50 anni), muoiono per cause o concause legate ad altre gravi patologie, che risultano anche positive al covid e sulle quali anche l'effetto del vaccino (efficace verso l'infezione da covid) poco può fare in quadro clinico grave e compromesso.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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