Partiamo dalla definizione, consultabile nel Codice dell’Amministrazione Digitale all’articolo 24. La firma digitale, che “sostituisce l’apposizione di sigilli, punzoni, timbri, contrassegni e marchi di qualsiasi genere ad ogni fine previsto dalla normativa vigente”, rappresenta l’equivalente digitalizzato della firma autografa e possiede un carattere di autenticità e integrità.
Una volta apportata la firma digitale su un documento, questo acquisisce valore legale e quindi valenza giuridica.
Basato su un sofisticato procedimento informatico, a sua volta improntato su avanzati sistemi di codifica a chiave asimmetrica pubblica e privata, la firma digitale permette di sottoscrivere un documento informatico, verificare l’identità del soggetto firmatario, attestare con sicurezza la provenienza del documento su cui essa è apposta e certificare che l’informazione inoltrata non venga alterata successivamente all’invio.
Firma digitale e applicazioni pratiche
Ogni giorno, la firma digitale viene utilizzata in svariate occasioni da imprese, privati e Pubblica Amministrazione, sia in ambito professionale sia semplicemente negli scambi tra cittadini e istituzioni.
Per comprendere fattivamente gli ambiti di applicazione, si può far riferimento a quanto riportato dall’ AGID (Agenzia per l’Italia Digitale) per cui : “Esempi tipici dell’utilizzo della firma digitale possono essere ricercati in tutti gli adempimenti da effettuarsi verso le amministrazioni che richiedono appunto la sottoscrizione di una volontà: denunce, dichiarazioni di cambi di residenza, di domicilio, richieste di contributi, di esenzioni a pagamenti a causa del reddito o di altre condizioni particolari, ricorsi, ecc.
Fra privati può trovare un interessante impiego nella sottoscrizione di contratti, verbali di riunioni, ordini di acquisto, risposte a bandi di gara, ecc.
Ancora, la firma digitale trova già da tempo applicazione nel protocollo informatico, nella procedura di archiviazione documentale, nel mandato informatico di pagamento, nei servizi camerali, nelle procedure telematiche d’acquisto, ecc”.
Dal 2022, poi, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021, la firma digitale permetterà alle persone diversamente abili di partecipare a referendum e leggi di iniziativa popolare per via telematica.
Come si usa la firma digitale
Utilizzare la firma digitale è semplice e conveniente. L’AgID ricorda le due modalità di fruizione:
- In locale: quando la firma digitale viene generata in uno strumento nel possesso fisico del titolare, smartcard o token;
- Da remoto: quando viene generata usando strumenti di autentificazione i quali consentono di generare la firma su un dispositivo custodito dal certificatore.
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Una soluzione di successo
Anche i numeri certificano il successo della soluzione. Un monitoraggio condotto dell’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) ha mostrato come per il 2020 i dispositivi attivi per la Firma digitale hanno superato quota 22 milioni su tutto il territorio nazionale e solamente negli ultimi 12 mesi sono state generate 3,1 miliardi di firme digitali remote.
Si tratta di un aumento del +55% rispetto allo stesso arco di tempo del 2019, con la pandemia che inevitabilmente ha aiutato i dati a crescere.



