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Rischio idraulico: dal PNRR a Modena 'solo' 9 milioni

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Dei 61 milioni previsti dal piano regionale appena approvato e finanziato con risorse europee. In provincia di Modena, dovrebbero servire a prevenire rischio idraulico su fiumi e torrenti. Ma i milioni necessari sarebbero oltre 100 e la messa in sicurezza è ancora lontanissima


Rischio idraulico: dal PNRR a Modena 'solo' 9 milioni
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Nove milioni di euro, anzi esattamente 9,4 sembrano tanti in termini assoluti ma diventano relativamente pochi, molto pochi, quando si tratta della prevenzione e della gestione del rischio idraulico in una intera provincia come quella di Modena dove il nodo idraulico è uno dei più critici e complessi della Regione. Nodo cui si sono registrate due alluvioni negli ultimi 7 anni e che soffre di ritardi decennali negli interventi strutturali, recuperati solo in parte dalla mole di investimenti ed interventi seguiti solo dopo la rottura dell'argine Secchia del gennaio 2014 e l'alluvione di Nonantola che quella fragilità strutturale e quel rischio evidenziò in modo drammatico. Anche in termini di costi.

Basta pensare agli 80 milioni di euro di danni provocati solo su Nonantola dalla rotta del Panaro e dall'alluvione di un anno fa, dei milioni di euro spesi per i danni alla Fossalta e per nuovi lavori di adeguamento rispetto alle possibili piene del Tiepido eseguiti sempre alla Fossalta, del costo di 3,5 milioni, o dei 30 milioni necessari per l'adeguamento a piene TR50 (ora TR20), della cassa di espansione del fiume Secchia o dei 20 milioni per il Naviglio, per rendersi conto dell'eseguità dei 9,4 milioni di euro derivanti per Modena dal Piano Nazionale, soprattutto quando si parla di messa in sicurezza dei due principali fiumi e del loro reticolo secondario. Messa in sicurezza che come sappiamo, a Modena, per piene grandi TR100 per il Panaro e anche solo TR50 per il Secchia, non è garantita.

L'obiettivo di una concreta messa in sicurezza è, lo ricordiamo, TR (tempo ritorno), 200.

Nove milioni che saranno da distribuire su tutta la provincia considerando che per Modena tali risorse dovranno servire per prevenire il rischio idraulico dei fiumi Secchia e Panaro e dei torrenti Tiepido, Guerro, Leo, Soltenna, Dolo, oltre che per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi nelle aree collinari e montane.

I 9,45 milioni per Modena fanno parte del pacchetto di interventi previsti dal Piano Regionale approvato che distribuisce sui territori il 61 milioni di euro totali derivanti dal PNRR. Risorse che andranno a finanziare 19 macro-interventi in tutte le province.

“L’importante lavoro svolto nei mesi scorsi ha permesso di ottenere entro Natale il via libera sulla proposta di utilizzo dei fondi europei- aggiungono Bonaccini e Priolo-. Un risultato per nulla scontato, che ci ha visto lavorare a pieno ritmo a fianco di tutte le Istituzioni perché nemmeno un euro assegnato dall’Europa possa andare sprecato”.

Il riparto dei fondi su scala nazionale

È dello scorso 6 agosto il Decreto ministeriale che assegna i finanziamenti alla Regioni per gli interventi di protezione civile. A disposizione, a livello nazionale, 1 miliardo e 200 milioni di euro: 400 milioni di euro sono stati previsti per progetti “in essere”, relativi agli interventi in corso o conclusi, già programmati sulle aree colpite da calamità; altri 800 milioni di euro per “nuovi progetti” da pianificare. All’Emilia-Romagna sono stati attributi in tutto 61 milioni per nuovi interventi.

I nuovi progetti finanziati

Nel modenese, i 9,45 milioni di euro serviranno per prevenire il rischio idraulico dei fiumi Secchia e Panaro e dei torrenti Tiepido, Guerro, Leo, Soltenna, Dolo, oltre che per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi nelle aree collinari e montane.

Nel piacentino, con 9 milioni di euro saranno finanziati lavori sui torrenti Arda, Tidone, Trebbia, Nure e Chiavenna per prevenire il rischio idraulico e per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi lungo le valli dei bacini dei fiumi Trebbia, Aveto, Nure e del torrente Arda.

Nel parmense, con 10,9 milioni di euro si lavorerà sui torrenti Parma, Baganza, Enza, Stirone e Rovacchia e i bacini dei fiumi Taro e Ceno, oltre che per la mitigazione e il consolidamento dei movimenti franosi del territorio.

Nel reggiano, con 7,9 milioni di euro si interverrà sui torrenti Enza, Crostolo, Tresinaro e sul fiume Secchia e per il consolidamento dei movimenti franosi lungo le valli dei bacini di fiumi e torrenti.


Nel bolognese, con 5 milioni di euro si eseguiranno lavori per la riduzione del rischio idraulico del fiume Reno e dei sottobacini Navile, Idice, Sillaro, Samoggia e del tratto a valle del Cavo Napoleonico, oltre alla stabilizzazione della frana di Marano e alla sistemazione della sponda sinistra del fiume Reno.

Nel ferrarese, 4 milioni e 850mila euro serviranno per la riduzione del rischio idraulico del canale Navigabile e per la manutenzione straordinaria delle opere di difesa costiera e di mitigazione del rischio da erosione e ingressione marina nel comacchiese.

In Romagna arriveranno complessivamente 14 milioni di euro per interventi di riduzione del rischio idraulico nei bacini dei torrenti Santerno, Senio e Lamone e lungo le aste di pianura dei corsi d'acqua dal Reno al Savio e il consolidamento dei movimenti franosi nel territorio di Ravenna; per la riduzione del rischio idraulico nei bacini dei fiumi Montone, Ronco Bidente, Bevano, Savio e Rubicone e il consolidamento dei movimenti franosi nel territorio di Forlì-Cesena; per la riduzione del rischio idraulico dei fiumi Marecchia e Uso e il consolidamento dei movimenti franosi nel territorio di Rimini; e per opere di difesa costiera e di mitigazione del rischio da erosione e ingressione marina nei territori di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. /red

Redazione Pressa
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