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Quasi 20 anni di lavori per lo più interrotti che si sono conclusi con una opera di collegamento ciclopedonale tra la fascia sud e nord della città, tra le due aree ex industriali ex Benfra ed ex acciaierie, diventata come altre simbolo di inefficenza e spreco di denaro pubblico. Negli anni lo stato del cantiere che attraversato i mandati decennali di tre sindaci, da Barbolini a Pighi e Muzzarelli, è stato a più riprese documentato come simbolo di degrado. Dopo circa dieci anni di chiusura del cantiere, il Comune riprese in mano i lavori, affidando a due diverse cooperative di costruzioni i lavori per il completamento. Ma a differenza del primo progetto quello che si sarebbe portato a termine non prevedeva più l'ascensore per disabili. Ma il problema non rimase quello. Entrambe le cooperative non portarono a termine il compito.
Un'altra brutta pagine nel campo degli appalti di opere pubbliche a Modena. La prima avvallò difficoltà economiche, e bloccò i lavori, ma ricevette la possibilità dal Comune di scegliere il soggetto che al posto suo li avrebbe portati avanti. Un'altra coperativa questa volta toscana. Scelta dal risultato altrettanto funesto. Poco prima della conclusione dell'opera per l'apertura delle due rampe di scale, la società cooperativa annuncia il concordato preventivo. Si blocca tutto di nuovo, per anni, fino ai giorni nostri.
Il sottopasso è percorribile ma solo attraverso le lunghe rampe di accesso. Le scale sono chiuse e gli unici che le utilizzano sono le decine di sbandati, spacciatori e senza fissa dimora che le trasformano per anni in giacigli e bivacchi per tutte le stagioni. Fino ai giorni nostri.
A ormai 20 anni dall'apertura del cantiere arriva l’approvazione, nei mesi scorsi, di un atto di transazione con consensuale risoluzione del contratto con la Società cooperativa lavoratori delle costruzioni Clc. La vicenda giudiziaria che ha congelato per diversi anni il completamento arriva alla sua conclusione e le rampe di scale sui due fronti (nord e sud) dell'infrastruttura possono aprire. Anche se entrambe senza possibilità di essere percorse da persone disabili. L'ascensore che nel progetto di 20 anni fa c'era, ora non c'è. Un passo indietro anziché uno avanti nell'abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi pubblici
Redazione Pressa
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