Medolla, tre promozioni in quattro anni
'Il futuro? Aggiungendo 4 o 5 pedine si può fare una Promozione da ben figurare, ma prima di parlare con mister e giocatori c’è da vincere la Coppa'
'Dopo gli innesti di dicembre se avessi perso questo campionato non avrei più fatto calcio – scherza il presidente Giovanni Levati – a parte le battute, da matricola a novembre abbiamo visto che non c’era una squadra ammazza-campionato e così mettendo dentro due “fuoricategoria” come Adusa in attacco (18 gol, ndr) e Sentieri dietro per l’infortunato Shehu siamo decollati, da un mese credo che il nostro portiere Neri non faccia una parata. I meriti vanno divisi fra tutti, società, mister, staff e giocatori'.
Levati fa un passo indietro a 4 anni fa. 'Mi avevano già cercato – racconta il presidente Levati – perché la mia azienda è a Medolla e alla fine ho accettato perché c’era Lorenzo. La società di allora veniva da 8 anni fra Seconda e Terza e non aveva più stimoli. Dopo le 12 stagioni fra Camposanto e San Prospero per 15 anni ero rimasto fuori dal calcio, dopo la morte di mio padre avevo altre priorità, ma qui mi è tornato l’entusiasmo. Voglio dire grazie al vicepresidente Matteo Ruffoni che mi supporta e sopporta anche economicamente, da solo non sarebbe stato possibile. Lavorare con un istintivo come me non è facile, anche se sono migliorato con l’età: 15 anni fa al primo “buco” avrei cacciato il mister, ora ragiono di più'.
Sono stati 4 anni tutti al vertice. 'Il campionato più difficile da vincere – spiega – è stato quello di Terza, abbiamo perso lo spareggio col Mandrio e la finale di Coppa col Reno, per fortuna siamo saliti coi playoff contro il Limidi. Il primo anno di Seconda abbiamo vinto i playoff ma siamo rimasti col cerino in mano, prima delle escluse in regione. L’anno scorso a febbraio l’arrivo di mister Semeraro, col Campogalliano ormai in fuga, ci ha fatto svoltare e abbiamo dominato i playoff, quest’anno da dicembre non ce n’è stata più per nessuno. Il futuro? Aggiungendo 4 o 5 pedine si può fare una Promozione da ben figurare, ma prima di parlare con mister e giocatori c’è da vincere la Coppa, siamo in semifinale e alzarla è un obbligo'.
Poi chiude con una dedica. 'Per mio papà Luigi che non c’è più - dice emozionato – sempre al mio fianco anche nei tanti errori che ho fatto. Un grazie speciale a chi mi affianca, oltre a Ruffoni e Bordini, il ds Borra, Badini e Manicardi'.
Matteo Pierotti
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