Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Mustapha Tahir, il marocchino di 34 anni reo confesso per il furto del quadro del Guercino dalla chiesa di San Vincenzo, abita ancora in via Gherarda, a Modena, nell’appartamento della curia all'interno dello stabile che divide i muri con quelli della chiesa di San vincenzo, a pochi metri dalla posizione in cui la tela ritrovata e restaurata dovrebbe essere ricollocata. Si, proprio così.
Dopo essere stata rubata, ritrovata, restaurata l'opera dovrebbe ritornare nel luogo, la chiesa di San Vincenzo, dove era stata trafugata nell’agosto 2014 a pochi metri da luogo in cui vive ancora l'uomo reo confesso del suo forto. Mustapha Tair, il 34 enne marocchino reo confesso, fermato nell’aprile 2017 e condannato a due anni, con patteggiamento, nel febbraio del 2019, vive infatti ancora nell’appartamento della curia dal quale architettò e mise in pratica il suo piano criminale.
Anche perché lo stabile di via Gherarda è tutt’uno con le mura della chiesa che, dopo l’esposizione alla galleria Estense, dovrebbe ospitare a breve nuovamente la preziosa tela del seicento. Sul campanello il suo nome non è mai stato tolto. Suoniamo, ma nessuno risponde. Dalle finestre qualcuno ha già avvertito l’arrivo dei giornalisti. Un inquilino dello stabile esce dal portone di ingresso. Dice di conosce Thair e che quest'ultimo abita li, ma ci dice che non è in casa. Anche se ci fosse non risponderebbe fa sapere una ragazza che si affaccia dal secondo piano dello stabile dove l’uomo vive, ad osservare lo strano via vai. Scontata la pena ai domiciliare la residenza in quel luogo, renderebbe incompatibile la ricollocazione della tela a pochi metri da lui. E per questo, da parte della curia, sarebbero già partite le pratiche per lo sfratto dell’uomo che oggi paradossalmente si troverebbe di nuovo, da uomo libero, nella stessa situazione logistica di 5 anni fa, quando tutto nella notte del furto, iniziò.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>