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Gentile Direttore,
mi chiedo se chi è deputato a presiedere ed a presidiare importanti funzioni di Stato che coinvolgono la sicurezza e la salute del cittadino abbia contezza delle proprie esternazioni.
Da una settimana tiene banco il tema della nomina del commissario alla ricostruzione. Qualora le parole pubblicamente spese avessero ancora un proprio peso specifico, viene da chiedersi cosa ci sia da ricostruire dopo un allagamento esteso, che non è un terremoto. Non mi si fraintenda: un conto è ricostruire qualcosa di andato demolito, un altro è costruire qualcosa che non è mai stato fatto. E di questo si tratta: oltre ai doverosi ristori a famiglie che hanno visto i propri beni dilavati da un fiume di fango, a parte qualche argine da ripristinare, ci saranno da costruire (e non ricostruire) tutte quelle opere atte a garantire una minima sicurezza idraulica e che sono rimaste colpevolmente 'sulla carta'.
E per fare questo, serve competenza specifica, che non si compra al supermercato e che non può appartenere 'al primo che passa' solo per aver dato prova di alta fedeltà, come sott'intende il Ministro Salvini. E mentre il carnevale della retorica VIP con i carri mascherati delle varie tifoserie ha già fatto il proprio ingresso in scena, ritengo quanto mai opportuno ricordare la fa famosa massima 'Dietro ogni problema c'è un'opportunità' attribuita a Galileo Galilei, non esattamente l'ultimo dei parvenu.
Il dubbio che mi assale, insomma, è che dietro alla ricostruzione (o costruzione che dir si voglia, ma tanto è la stessa cosa, chissene....) ci sia un carico di caramelle fermo in dogana, e che qualcuno preferisca ingurgitare una montagna di dolciumi anzichè qualche tonnellata di pantano.
Coraggio Figliuolo, forse sono io che sono troppo anziano e malpensante.
Acardo Lugli
Redazione Pressa
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