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Spettabile redazione,
ho letto con attenzione l’articolo che riporta l’intervento del presidente SETA sul futuro del TPL in Emilia Romagna: è un argomento molto interessante che coinvolge molte realtà imprenditoriali del TPL e che fino ad oggi si è scontrato con gli interessi (e le poltrone) che le tante “parrocchie” locali stanno disperatamente cercando di salvare.
Del resto la realtà che stanno vivendo registra tutte le difficoltà che Reggio Emilia sta vivendo con Modena dopo l’accorpamento in SETA, per non parlare poi di Piacenza.
In Romagna le cose non vanno certamente meglio. i vari “campanili” locali stanno creando difficoltà enormi alla stessa START nel tentativo di creare nella parte est della nostra regione un solo punto di riferimento, sganciato dagli interessi dei vari potentati, o presunti tali, e politici locali.
Inoltre occorre tenere presente la novità che si è registrata a Parma, dove, guarda caso, la TEP ha perso la gara in favore di BusItalia (FS), e dove TPER si è piazzata solo terza, dietro anche alla stessa TEP.
Io penso che dietro l’esito di questa gara ci sia un accordo tra la stessa RER e BusItalia che, in sede di gara unica sull’intero territorio regionale, porti in dote alla stessa BUSItalia l’intero servizio di TPL della nostra Regione.
Perché è chiaro che l’esito di Parma ha dato la possibilità alla stessa BusItalia di piantare la classica “bandierina” sul nostro territorio e facilitarle in questo modo la vittoria nella prossima (…..) gara.
Con buona pace di tutti quei capetti , o presunti tali, che, sul territorio credono di decidere e governare le sorti del servizio a livelli regionale.
Sarebbe più utile chiedere direttamente a Delrio quali sono effettivamente reali intenzioni del Governo su questo punto: questo consentirebbe da subito di azzerare gli appetiti del vari Bulgarelli, rispetto al progetto preannunciato da Donini.
Gianni Montali