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Oggi splende un po’ di sole, in lontananza si percepisce una primavera che ostinatamente vuol farsi avanti. E tra non molto finiranno i pensieri dei livelli idrometrici, degli argini e degli animali.
E tutto tornerà come prima.
Eppure che il nodo idraulico sia una bomba ad orologeria, di cui non conosciamo il tempo impostato sul timer è cosa risaputa, ormai persino ai più increduli che risiedevano nei palazzi della Regione Emilia Romagna e dell’Aipo. Per amor di patria parliamo al tempo imperfetto indicativo.
Oggi, con la figura dell’ingegner Luigi Mille, il cambio è stato reale, anche perché rispetto allo zero assoluto anche un micron è un’immensità. Tuttavia, bisogna riconoscere che Mille ha il coraggio di metterci la faccia e soprattutto di rispondere. (Ma, quelli di prima, quanto tempo pensavano di poter andare avanti ignorando totalmente la drammatica realtà?).
Oggi, con la figura dell’assessora Irene Priolo, il cambio è stato reale, anche perché rispetto allo zero assoluto anche un micron è un’immensità. Anche qui, bisogna riconoscere che la Priolo ha il coraggio di metterci la faccia e magari di rispondere. (Ma, quelli di prima, quanto tempo pensavano di poter andare avanti ignorando totalmente i disperati appelli che i cittadini lanciavano loro da ben 6 anni?).
Che l’Aipo sia stata un carrozzone praticamente inutile e malissimo gestito è ormai arcinoto. Chi non ricorda l’escavatore che faceva finta di lavorare mostrato in un Report dalla Gabanelli? (Solo per citare fatti noti senza incorrere in denunce; per il resto ci tocca fare come Pasolini, che diceva 'lo lo so ma non posso dimostrarlo'). Capite ora perché non ci impressionano per nulla i milioni che dicono di distanziare?
Che la Regione sia stato (e in parte lo è ancora, a giudicare da alcune ri-nomine in posti-chiave) un carrozzone intento principalmente a fare politica, è anche questo arcinoto. Come pure che l’attuale presidente regionale abbia raccolto molte preferenze anche da parte di coloro che avrebbero voluto un’altra figura, ma che hanno dovuto preferire il meno peggio.
Detto questo, prendiamo atto della presa di coscienza dell’estrema gravità del nodo idraulico modenese; diciamo che il problema - da tutti totalmente sottovalutato fino a tempi recentissimi- è praticamente sfuggito di mano.
Ma noi cittadini ci ricordiamo bene della calma piatta, del silenzio e dell’immobilità di mezzi e operai delle giornate di pieno sole durante l’estate passata, come durante tutte le estati passate: occasioni irrepetibili da sfruttare con urgenza (anhe durante ferie e week end), invece sprecate nel continuo immobilismo! E questo non lo perdoniamo.
Ora comunque prendiamo atto che è sata scoperta (meglio tardi che mai) la presenza di una famosa, competentissima, Università a portata di mano e riconosciuta mondialmente. Prendiamo atto che Aipo ha deciso di ampliare il suo staff ingegneristico, in modo da accelerare la realizzazione dei numerosissimi progetti necessari. Prendiamo atto che “ci sono pochissime grandi imprese nazionali” in grado di realizzare infrastrutture territoriali come quelle necessarie. Ma ci permettiamo di ricordare che esistono fior di imprese straniere in grado di collaborare, a patto di coordinarle fornendo loro piani di lavoro concreti.
Ormai è chiaro quanto è diffusa la consapevolezza della gravissima situazione, sotto tutti i suoi aspetti, alla gente comune, specie quella che continua a vivere nel terrore nelle zone ripariali di Secchia e Panaro.
Vittorio Cajò - comitato Arginiamo
Redazione Pressa
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