Dallo scalo merci alle ex fonderie, dall’ex consorzio all’ex Benfra, dagli assi viari (gronde) nord e sud, alla fondazione pro-latte. Il piano di riqualificazione della fascia ferroviaria, lanciato nel 1999, è rimasto al palo. E non solo
e non certo per la crisi. Sono passati tanti anni e nonostante molti amministratori di ieri ancora governino oggi
(e potrebbero rispondere nel merito sul fallimento di quei piani e di quei progetti), è forse il tempo di andare oltre.
Non per sgravare da responsabilità passate questo o quel politico, ma per guardare avanti e non indietro. Per disegnare, come gli amministratori in carica fecero, nel bene e nel male, 20 anni fa la città del futuro. Loro, con scelte
giuste o sbagliate, comunque scelsero. Programmi e progetti che però, non portati a fondo, hanno poi portato al
nulla ed allo stallo di oggi. Di una città urbanisticamente scucita e divisa ma che a, differenza di ieri, è rimasta orfana
di una visione del e per il futuro. Ed è questa visione che partendo da ciò che la città è (e non è) oggi, rappresenta,
al di là dei singoli progetti da cronaca quotidiana e da piccoli spot su cui si è scritto tutto, la sfida vera per chi governa oggi.
Gianni Galeotti
Fascia ferroviaria: per rilanciare lo sviluppo serve una nuova visione
Quella di 20 anni fa non si è realizzata e agli amministratori di oggi (molti gli stessi di ieri) spetta ancorala responsabilità di una svolta. Vera.
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