Covid, sanità modenese ed emiliana in tilt: folle burocrazia
Un girone infernale del tampone insomma, una vera situazione di crisi e di emergenza sanitaria
Una quarantena senza fine, insomma, di dantesca memoria, a causa spesso di norme tardive o contraddittorie tra di loro, coi medici di famiglia “sotto pressione e in difficoltà”, come ha denunciato il segretario della Federazione dei medici modenesi Dante Cintori “perchè chi è isolato in casa e non ha risposte dall'Ausl chiama noi che siamo però impotenti a muoverci. E se la comunicazione tra cittadino e sanità pubblica non camberà in meglio – ha aggiunto - la situazione andrà fuori controllo perchè la pazienza dei malati sofferenti, segregati in casa e privi di indicazioni su cosa fare, ha un limite”.
E tutto questo stride con le solite burocratiche retoriche assicurazioni (divenute proprio per questo odiose) dei dirigenti dell'Ausl e degli amministratori locali secondo le quali “nessuno resterà solo, nessuno sarà dimenticato”... che sarebbe bene eliminare per non innervosire ulteriormente i cittadini che si sentono giustamente presi in giro.
Poi c'è stato e c'è tuttora il grido d'allarme dei titolari delle aziende industriali, artigianali e del commercio che lamentato pubblicamente il fatto che molti dei loro dipendenti sono bloccati in casa, qualcuno da settimane, con gravi ripercussioni per l'economia delle imprese e per loro stessi, come ha affermato a più riprese il presidente di Confindustria Valter Caiumi.
Confcommercio e Confesercenti non sono state da meno. Tommaso Leone presidente di Confcommercio ha detto che: “Centinaia sono i dipendenti delle imprese del commercio e del turismo in attesa di notizie da parte dell' Ausl, che è andata il tilt, dopo avere fatto un tampone positivo: una situazione inaccettabile che ha messo in crisi le aziende per mancanza di personale”. E Mauro Rossi presidente di Confesercenti ha incalzato: “La situazione è insostenibile per le aziende che si trovano improvvisamente senza personale per responabilità dell'Ausl che ritarda nel comunicare l'esito dei tamponi. Bisogna allora uniformare le tempistiche delle quarantene alle circolari del ministro Speranza per cercare di uscire dall'impasse”. E sulle tempistiche di fine isolamento è intervenuto anche il consigliere regionale Michele Barcaiuolo chiedendo che “la Regione applichi la nuova norma del governo del 30 dicembre e non fermarsi ancora alla vecchia normativa”.
Una situazione di malessere, di disagio economico e sociale e di drammi umani e personali, questa, che si ripete nuovamente nonostante si fosse detto sin dallo scorso anno dagli scienziati, dai ministri, dai sindaci, dai dirigenti dell'ente sanitario che “la pandemia si batte non solo con la medicina e le vaccinazioni ma anche con la semplificazione burocratica, con norme semplici, comprensibili e coerenti tra loro, con un linguaggio univoco da parte delle autorità”.
Sembra invece di essere entrati in un nuovo lockdown 'non dichiarato' e per giunta senza ristori, con le Asl travolte perchè impreparate (nonostante i precedenti mesi di rodaggio) alle prese con ritardi organizzativi e di pianificazione degli interventi che non avrebbero dovuto verificarsi appunto perchè non nuovi e la Regione a sua volta dimostratasi incapace di affrontare con efficacia e immediatezza la nuova emergenza. Sperando che questa sia davvero l'ultima.
Cesare Pradella
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