Errani e le bugie ripetute

L'omaggio interessato di Legacoop

Nel Ventennio lo chiamarono Minculpop. Un ministero con il preciso scopo di propagandare il bello e il buono del regime fascista. Lo strumento era piuttosto grezzo, è vero, ma la strategia era chiara fin da allora: ripetendo ossessivamente un bugia si finisce per convincere le persone che sia la verità. Oggi gli strumenti sono più sofisticati, non vi è più un ministero ad hoc, la stampa è (teoricamente) libera e la possibilità di critica è (formalmente) garantita. Ma quel vizio di ripetere con fermezza e convinzione una bugia nella speranza la gente vi creda resta. Scuola Berlusconi per parlare di tempi più recenti. «Il modello-Emilia di ricostruzione », «l’Emilia ricostruita subito e bene», «l’Emilia più forte di quattro anni fa». Tutti questi slogan usati da Matteo Renzi e a seguire dalla corte guidata da Stefano Bonaccini e dall’intero establishment Pd per giustificare la nomina di Vasco Errani a commissario per il sisma del Centro Italia sono banalmente falsi.
DUE GIORNI DOPO…
Lo abbiamo scritto ieri l’altro e, visto che uno dei diretti interessati si è fortemente lamentato, lo ribadiamo perchè ne siamo certi e siamo certi non vi sia nulla di cui scusarsi: affermare che la ricostruzione in Emilia è «un modello» e che le zone terremotate «sono ancora più forti di 4 anni fa» è una bugia. Che a dirlo sia Matteo Renzi, Stefano Bonaccini, o tutto il Pd all’unisono con sottofondo la corale Rossini poco importa. E’ una bugia. Nessuno ha mai osato dire a questi amministratori di avere detto bugie? Eh, va beh, c’è sempre una prima volta. Poi ovviamente si può querelare e fare di tutto. Ma la bugia resta. Non c’è nulla da offendersi (non è mica come dare del mafioso a qualcuno come ha fatto ad esempio con noi il senatore Pd Stefano Vaccari o il referente di Libera Maurizio Piccinini, che oggi querelerò, con l’assurdo silenzio dell’assessore alla legalità regionale Massimo Mezzetti ndr), non è lesa maestà fotografare il reale. L’Emilia (intesa come quella fetta di territorio in gran parte modenese) distrutta dal sisma del 2012 non è stata ricostruita «subito e bene» come ha affermato il premier Renzi per giustificare la nomina a commissario in Centro Italia di Vasco Errani. Non è vero che chi critica la ricostruzione «è accecato d al l ’odio politico e spara baggianate » come ha scritto Bonaccini. Non è vero. E’una bugia. Una balla, se si preferisce il termine più volgare. Una «baggianata» per citare il governatore bersaniano convertitosi a Renzi. E lo ribadiremo finchè (magari per poco, ma non importa) avremo voce. Oh, sia chiaro. Questo non significa che nulla è stato fatto nella Bassa terremotata. Questo non significa sminuire il lavoro dei volontari, delle imprese sane e dei sindaci che si sono impegnati in buona fede. Non significa il non riconoscere al l’allora presidente della Regione Errani il merito di avere creato un sistema di ordinanze sul sisma che hanno colmato il vuoto normativo nazionale. Ma imodelli sono altra cosa. I modelli non prevedono inchieste per l’uso di cemento depotenziato nella ricostruzione di una scuola a Finale Emilia, non prevedono infiltrazioni della ‘ndrangheta nei cantieri post sisma, non prevedono famiglie ancora fuori casa dopo 4 anni dalle scosse, non prevedono faldoni assurdi e volutamente pieni di limitante burocrazia per ottenere i risarcimenti dovuti. I modelli non prevedono centri fantasma e aziende e commercianti che resistono solo per dimostrare a se stessi di non cedere. Eroi senza corazza. Uomini nudi di fronte a loro stessi. Ai loro specchi e ai loro fantasmi. Ecco questo si può dire e va detto, cari Bonaccini, Renzi, Calvano, Bursi, Bortolamasi e compagnia cantante. E poi ognuno si muova come crede. Ma per amore di verità, per dovere professionale, per rispetto della propria coscienza, per solidarietà verso chi a Mirandola, Finale, Cavezzo ha perso tutto, va detto, ribadito e urlato. Che almeno si possa urlare questo. Cavolo. E urlarlo non perchè si è stupidamente grillini a casaccio. Ma (anche) perchè di cortigiani, di uomini del sì, di gente che «va bene tutto pur di compiacere il capo» forse, rimanendo sul locale, anche il premier Renzi ne ha abbastanza intorno. E ovviamente non è questo il punto. Infine, ma non da ultimo, una parola sulla libertà di informazione. Ammesso (per assurdo) non si concordi nel ritenere che sia una «bugia» affermare che la ricostruzione in Emilia non è stata «perfetta», questo non significa non sia lecito esprimere una opinione. La politica, Pd in primis, predica il pluralismo e osanna formalmente le « schiene dritte», salvo poi provarle a piegare a suon di bastonate (metaforiche) o offese da un palco pubblico. Questo è i l grado di libertà di informazione a Modena. E dirlo è doveroso. E se si rischia (ma i rischi purtroppo sono altri) ne vale la pena. E continuare pure.

Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>