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La sinistra: 'No all'iniziativa pro autostrade della Regione'

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I segretari regionali dell'Emilia-Romagna di Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Perimolti, Possibile, Partito Comunista


La sinistra: 'No all'iniziativa pro autostrade della Regione'
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L’inizio del mese di marzo vede contrapporsi in Emilia-Romagna due iniziative antitetiche: il 9 marzo a Bologna la Regione Emilia-Romagna e le Amministrazioni locali, assieme ai rappresentanti delle associazioni economiche e delle organizzazioni sindacali, si riuniranno per chiedere al Governo di realizzare autostrade e infrastrutture dedicate alla mobilità privata su gomma, mentre il 15 marzo gli studenti e la società civile, affiancati da uno sciopero nazionale del comparto scuola, manifesteranno in tutta Italia contro i cambiamenti climatici e per il rispetto degli Accordi di Parigi.

'Due strategie opposte: da una parte proseguire come se niente fosse sulla strada che ha portato il bacino padano ad essere l’area d’Europa che registra il più alto numero di decessi per la cattiva qualità dell’aria, dall’altra impegnarsi finalmente per la decarbonizzazione dei trasporti e dell’economia - così Stefano Lugli, Rifondazione Comunista Emilia-Romagna, Gianguido Naldi, Sinistra Italiana Emilia-Romagna, Silvia Prodi, Perimolti, Francesca Vendemmiati, Possibile Emilia-Romagna e Paolo Viglianti, PCI Emilia-Romagna -.

Noi crediamo che non sia utile partecipare all’iniziativa del 9 marzo per sostenere autostrade pensate anche decenni addietro, quando l’accesso delle merci prodotte in Emilia-Romagna ai mercati centro e nord europei avviene tramite ferrovia e buona parte degli Stati confinanti sull’arco Alpino stanno investendo nel trasporto merci su treno e disincentivano quello su gomma (basti pensare al recente valico di base del San Gottardo, e alle scelte sul confine austriaco del Brennero, piuttosto che agli investimenti tedeschi nella logistica su ferro anche sul suolo italiano). Nel distretto ceramico di Sassuolo, ad esempio, dove si è assistito ad una contrazione della produzione destinata al mercato interno, mentre regge l’export che rappresenta oltre l’80% del mercato di riferimento e per il quale sarebbe auspicabile il trasporto su ferro a partire dall’origine del prodotto, continua a non essere realizzato il collegamento ferroviario tra gli scali merci di Dinazzano e Cittanova-Marzaglia, previsto da tutti gli strumenti di pianificazione e negli accordi per la realizzazione dell’Alta Velocità nel Comune di Modena'.

'Sul lato del comprensorio turistico romagnolo invece quello che veramente manca per essere al pari con la modernità è un sistema di trasporto pubblico di massa costiero che non è nemmeno presente nei documenti di programmazione. L’area della bassa modenese e dell’alto ferrarese necessita da tempo di un intervento di cucitura dei tratti di cispadana urbana già esistenti e capaci di collegare i centri industriali senza snaturare l’intero contesto storico, culturale e ambientale con un’arteria autostradale per la cui realizzazione non ci sono le condizioni economiche e progettuali. La popolazione sta guardando con insofferenza alla realizzazione di grandi opere dalla dubbia utilità e dagli alti impatti ambientali, mentre tante linee ferroviarie della nostra regione sono oggi al di sotto dei parametri di efficienza e modernità necessari per incentivare l’utilizzo pendolare e per garantire competitività nel trasporti su merci. In questo contesto risulta difficile non notare il paradosso di amministratori pubblici che continuano a puntare sulle autostrade e sul trasporto privato, mentre alla principale industria italiana di autobus, che ha uno stabilimento a Bologna, non viene offerta alcuna credibile prospettiva di sviluppo. Certo, per farlo sarebbero necessarie scelte politiche decise e concrete a favore della mobilità pubblica, collettiva ed a emissioni zero e non semplicistiche analisi costi-benefici in cui i mancati introiti delle accise sui carburanti vengono considerati un danno all’economia e non un vantaggio per l’ambiente e la salute di tutti - chiudono le forze di sinistra -. Oggi si deve chiedere al Governo non nuove autostrade, ma che vengano capovolti i rapporti di spesa, oggi sbilanciati su investimenti dedicati principalmente ad infrastrutture destinate al trasporto su gomma, verso un modello di trasporto sostenibile e affrancato dal mezzo privato, con l’incremento dei servizi su ferro ed elettrici a livello regionale, di bacino provinciale e metropolitano'.

 


Redazione Pressa
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