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«Lo ridica, se ha il coraggio, lo ridica». Rimbombano ancora le parole di Muzzarelli in Consiglio in risposta all’attacco del consigliere forzista Morandi che, parlando dell’operazione Mata e dell’affitto pagato ai proprietari della Manifattura, aveva e vocato «favori a qualcuno». Va beh. Lasciamo stare la parola «favori» che significa tutto e niente e che il ‘povero’ Morandi (si fa per dire povero, perchè nel 2015 Adolfo ha dichiarato un reddito complessivo di 127mila e 651 euro) ha evitato di ripetere, temendo querele.
Niente «favori» dunque. Ma ri-diciamo i fatti. Semplicemente. Per l’affitto dell’area di 500 metri quadri della ex Manifattura Tabacchi che ospita lo spazio culturale Mata, la giunta Muzzarelli ha deciso pochi mesi fa di versare al locatore, la società Quadrifoglio Modena spa, 50mila euro all’anno per sei anni ai quali va aggiunta l’Iva, pari al 22 per cento. Bene.
La Manifattura Tabacchi è un complesso che è in fase di ristrutturazione da parte della Quadrifoglio Modena spa, una società di progetto costituita da Cdp immobiliare srl, impresa controllata da Cassa Depositi e Prestiti, e da Ciminiera spa (costituita da Ccc, Cdc, Cmb, Cme, Cesa, Rigenti e Seam detenuta al 49% da Costruzioni generali due).
Parliamo di un progetto che interessa circa 14.000 metri quadrati destinati a residenze, oltre 2.000 metri destinati a uffici, circa 1000 metri saranno destinati a centro commerciale e altri 4.000 metri ad attività commerciali. Progetto che deve essere completato ma i nuovi spazi (appartamenti e negozi) finora finiti risultano prevalentemente vuoti.
Infine i legami tra questa Quadrifoglio e il sindaco. Muzzarelli usò gli spazi della Manifattura per la sua campagna elettorale, campagna che venne in parte finanziata da alcuni dei soggetti che partecipano a Quadrifoglio spa.
Si tratta di Cmb (che diede a Muzzarelli 7500 euro) e Consorzio stabile modenese (che stanziò 5mila euro), consorzio che ha tra i suoi soci Costruzioni Generali Due.
I fatti sono questi. Infine una domanda: prendere in affitto per 6 anni, a 300mila euro più Iva uno spazio, di proprietà di finanziatori della campagna elettorale del sindaco, per fare non me glio specificate ‘mostre’ (il cartellone presentato dall’assessore alla cultura Cavazza per i prossimi mesi è deprimente, ma questa ovviamente è una opinione) era davvero una priorità per la giunta? Vincolarsi come ente pubblico fino al 2021 con un soggetto privato che affitta locali, presupponendo che per sei anni non vi saranno altri spazi migliori in città per ospitare mostre (e lasciamo perdere la famosa riqualificazione mille volte promessa del Sant’Agostino), era davvero indispensabile? Poi, va bene, come sempre i problemi sono altri. Ma sì, in fondo su una spesa corrente annua (del Comune di Modena) di 232 milioni, chi se ne frega di 50mila euro all’anno per sei anni... Ma lo ridica, se ha il coraggio. Lo ridica.