Morti con Covid: il 66,9% con 3 o più patologie pregresse
I dati aggiornati dall'ISS. Tra la prima e la seconda fase aumentano i decessi di persone con più patologie. I decessi sotto i 50 anni rappresentano l'1,1%
Sono alcuni dei dati che emergono dal report dell'ISS (Istituto Superiore di Sanità), aggiornato al 30 marzo scorso. Il report conferma l'aumento del numero dei decessi tra la prima e la seconda ondata della pandemia. Considerando le tre fasi che hanno caratterizzato la pandemia stessa: la prima ondata (marzo-maggio 2020), seguita dalla fase di bassa incidenza (giugno-settembre 2020), e dalla seconda ondata (ottobre 2020-marzo 2021), con quest’ultima ancora in corso. La fase ancora in corso, essendo iniziata ad ottobre e prolungandosi fino ai giorni nostri (di fatto su sei mesi rispetto ai tre della prima), ha registrato anche il doppio dei decessi rispetto alla prima ondata. Così in tutte le regioni, compresa l'Emilia Romagna che ad oggi si conferma la seconda in Italia per numero di deceduti con Covid. Ovvero 11.792 (11% del totale dei deceduti in Italia), seconda alla Lombardia, con 16.364 decessi (28,4% del totale dei deceduti inItalia) e davanti a Veneto, con 10.481 decessi (9,8% del totale) e Piemonte, con 9266 decessi (8,7% del totale)
Nell’intero arco temporale preso in considerazione (dall'inizio della pandemia al 20 marzo 2021), aumentano i decessi di persone con 3 o più patologie preesistenti e diminuiscono quelli con meno patologie o nessuna: ciò sembra indicare che nel secondo e nel terzo periodo (quello ancora in corso), i decessi riguardano persone più anziane e con una condizione di salute preesistente peggiore rispetto ai decessi relativi al primo trimestre.
Le più comuni patologie croniche preesistenti (diagnosticate prima di contrarre l’infezione) in un campione di pazienti deceduti.
Prima dei dati una premessa: questo dato è stato ottenuto da 6992 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche. Le cartelle cliniche sono inviate all’ISS dagli ospedali secondo tempistiche diverse, compatibilmente con le priorità delle attività svolte negli ospedali stessi. Il campione è quindi di tipo 'opportunistico', ovvero rappresenta solo i decessi in soggetti che hanno avuto necessità del ricovero. Il numero medio di patologie osservate è superiore a tre, in particolate 3,6. Complessivamente, 210 pazienti (3,0% del campione) presentavano 0 patologie, 815 (11,7%) presentavano 1 patologia, 1292 (18,5%) presentavano 2 patologie e 4675 (66,9%) presentavano 3 o
più patologie.
Prima del ricovero in ospedale, il 20% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 13% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l'angiotensina).
La tabella riportata presenta le più comuni patologie croniche preesistenti nei pazienti deceduti distinte per uomini (4166) e donne (2826). Nelle donne il numero medio di patologie osservate è di 3,8. Negli uomini il numero medio di patologie osservate è di 3,5
Età media dei deceduti e positivi al Covid
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 81 anni. L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (donne 86 anni, uomini 80 anni).
Diagnosi di ricovero in un campione di deceduti
Nel 90,3% delle persone decedute, di cui sono state analizzate le cartelle cliniche (N=6.992; valori mancanti=450), nella diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con SARS-CoV-
In 634 casi (9,7% ) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione. In 86 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 204 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto-IMA, scompenso cardiaco, ictus), in 76 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 268 casi altre patologie.
Sintomi riportati in un campione di deceduti
Febbre e tosse rappresentano i sintomi di più comune riscontro, meno comuni sono diarrea e emottisi. L’8,5% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
Complicanze legate al decesso
L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comunemente riportata nel campione di deceduti per cui sono state analizzate le cartelle cliniche (93,6%), seguita da danno renale acuto (24,5%), sovrainfezione (19,8%) e danno miocardico acuto (10,7%)
Le terapie nel corso del ricovero delle persone decedute
La terapia antibiotica è stata comunemente utilizzata nel corso del ricovero (86,0% dei casi), meno utilizzata quella steroidea (56,3%), più raramente la terapia antivirale (43,2%).
Il comune utilizzo di terapia antibiotica, spiega il Report dell'ISS, può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in
attesa di conferma laboratoristica di SARS-CoV-2. In 1.504 casi (21,9%) sono state utilizzate tutte 3 le terapie. Al 3,9% dei pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi è stato somministrato Tocilizumab come terapia
Estremamente diverso nei tre periodi è l’uso di farmaci, con una netta riduzione nell’utilizzo degli antivirali e un aumento nell’uso degli steroidi nel secondo e terzo periodo.
Gi.Ga.
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