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'Alluvione Panaro: commissione certifica ritardi e trascuratezza'

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Rossini e Baldini (Fdi-Pdf): 'Una consistente parte delle risorse stanziate sono bloccate perché non sono stati ultimati nemmeno gli iter autorizzativi'


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'L'alluvione del 6 dicembre scorso è legata alla trascuratezza con cui è stato affrontato il tema del nodo idraulico a sei anni di distanza dall'alluvione del Secchia del 2014 e tali mancanze non sono emerse dalla risposta del sindaco alle nostre interrogazioni'. Elisa Rossini e Antonio Baldini, del gruppo consigliare Fdi-Popolo della Famiglia sono stati tra i protagonisti ieri del lungo dibattito in Consiglio comunale sul tema della sicurezza idraulica a Modena dopo l'esondazione di tre mesi fa.

'Partiamo dal fatto acclarato e dirimente che la cassa di espansione Sant'Anna non dispone ancora di un piano di laminazione e che le casse non sono collaudate tanto è vero che la Regione Emilia Romagna solo il 5 novembre 2020 ha decretato la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale per la predisposizione dei piani di laminazione degli invasi - afferma la capogruppo Fdi-Pdf Elisa Rossini -.

L'altro punto nodale è legato all’impiego del denaro stanziato dal governo nel 2014 e dalla regione nel 2015. Ebbene, è emerso che abbiamo una consistente parte di quelle risorse bloccate perché non sono stati ultimati nemmeno gli iter autorizzativi. Infatti dei 210 milioni di euro, 116 milioni di euro sono stati programmati per la messa in sicurezza idraulica dei fiumi Secchia, Panaro e canale Naviglio nei loro tratti arginati. Risultano completati interventi per 66 milioni di euro, mentre i lavori per i restanti 50 milioni di euro rimangono ancora da completare in termini di avanzamento cantieri per 14 milioni di euro e per 36 milioni di euro appunto in termini di completamento delle autorizzazioni. Dunque sia dalla relazione della commissione tecnico scientifica, sia dalla risposta di Aipo emerge come l'evento non si sia verificato solo a causa di fatti eccezionali, ma anche a causa delle lentezze e delle mancanze degli enti preposti'.

'E' la stessa Commissione tecnico-scientifica nominata dalla Regione ad affermare che l’argine del fiume Panaro in località Gaggio di Castelfranco è collassato quando “lo stato del Panaro registrava un livello ben al di sotto della quota del piano sommitale” - aggiunge il consigliere Antonio Baldini -. I fattori che abbiano potuto determinare tale collasso sono stati individuati, si legge ancora nel documento, in eventuali vizi occulti, difetti di manutenzione, danneggiamenti accidentali o causati dall’azione di animali con capacità fossorie. Altro tema importante è quello legato alla tempestività con cui è stata chiusa la falla, nonostante il sindaco abbia affermato che sarebbero trascorse poche dalla rottura all'intervento dei tecnici Aipo, vi sono infatti resoconti giornalistici video (vedi sopra ndr) che testimoniano il contrario. Detto questo, il punto centrale è che di fronte a tali incertezze rischiamo di trovarci nella stessa situazione del 2014 (che riguardò in quel caso Bastiglia, Bomporto e Albareto) ovvero punto e a capo, con i soggetti danneggiati costretti ad attendere indennizzi parziali e senza una verità certa sulle cause del disastro. Il patrimonio pubblico e privato danneggiato dall'esondazione del 6 dicembre, se vi è stata negligenza o imperizia da parte di qualcuno, deve essere integralmente risarcito prima di tutto dai soggetti che hanno avuto delle responsabilità'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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