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'Dhl non è un caso isolato, nella logistica si celano i nuovi schiavi'

'Dhl non è un caso isolato, nella logistica si celano i nuovi schiavi'

Franchini (Ruote Libere): 'Garantire compensi dignitosi e diritti minimi per tali lavoratori aprirebbe un vaso di pandora'


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'Davanti al caso Dhl, con il sequestro da 20 milioni di euro e la scoperta di un sistema di finte cooperative usate come 'serbatoi di manodopera', occorre innanzitutto dare conto dell'ottimo lavoro svolto dalla Guardia di Finanza. Il problema è che non possono esserci tanti finanzieri, poliziotti o carabinieri, quante imprese e, davanti al dilagare di false cooperative e di una illegalità diffusa volta a eludere tasse e contributi, quello che emerge dalle inchieste è solo la punta di un iceberg'. A parlare è la portavoce di Ruote Libere Cinzia Franchini.

'Pratiche come quelle scoperte nella vicenda Dhl, a partire dalla stipula di contratti d’appalto a basso costo con società filtro, consentono ad operatori della logistica e dei trasporti, più o meno grandi, di applicare prezzi stracciati e fuori da ogni sana logica concorrenziale e, conseguentemente, di aggiudicarsi fette di mercato sfruttando persone che si trovano alla base della piramide e senza nessun potere contrattuale - continua Cinzia Franchini -. Uno schema vizioso che uccide il mercato creando nuovi monopoli dove l'unica regola è quella dello sfruttamento. Quello che non si vuole vedere è perché tutto questo avviene. E il motivo è semplice: dagli stakeholder viene chiesto un costo della logistica e del trasporto sotto ogni limite.
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Le attività economiche del Paese vogliono infatti solamente un trasporto che costi poco. A dispetto del rispetto delle norme, dei sistemi gestionali, dei famosi bilanci sociali, l'esperienza insegna che dai committenti non viene chiesto null'altro che il costo finale. E più è basso, più l'azienda ha possibilità di ottenere la commessa. Ecco allora che, al di là delle dichiarazioni di rito del giorno dopo, il modello economico che ruota intorno al mondo della logistica e dell'autotrasporto continua a fare finta di niente, a dimenticare in fretta eclatanti 'incidenti di percorso' come quelli di ieri, per continuare a replicare un modello rodato. Un modello che si regge sui nuovi schiavi, autisti e operatori nei magazzini, perché garantire compensi dignitosi e diritti minimi per tali lavoratori aprirebbe un vaso di pandora. E questo a nessuno conviene, se non, appunto, agli operatori del settore. Con buona pace delle commissioni ad hoc sulle false coop, delle dichiarazioni sindacali e delle dichiarazioni indignate del mondo della politica. E del silenzio delle associazioni di rappresentanza'.
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